Voto di scambio politico-mafioso a Modugno: 6 arresti

di Redazione

Un’alba di manette scuote Modugno: dalle prime ore del mattino la Guardia di finanza ha eseguito un’ordinanza cautelare che fotografa, secondo l’accusa, il punto di contatto tra politica e clan Parisi, tra promesse di voti a pagamento, assunzioni e minacce ai campi di raccolto.

Le misure – Su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bari, il gip Giuseppe Montemurro ha disposto la custodia cautelare in carcere per sei persone: Antonio Lopez, Cristian Stragapede, Felice Giuliani, Vincenzo Costantino, Eugenio Damiano Giuliani e Raffaele Strafile. Indagati, tra gli altri, Luca Di Bari, Giuseppe Fattorusso, Potito Valerio Giuliani, Gaeta Davide e Francesco De Vito: per questi ultimi il giudice ha rigettato le misure richieste, trasmettendo atti alla magistratura di Foggia per i fatti avvenuti in quella provincia. Tra gli arrestati c’è Lopez, assessore alle Attività produttive di Modugno e commissario provinciale della Democrazia Cristiana per Bari, candidato al Consiglio regionale della Puglia nella lista di Forza Italia a sostegno di Luigi Lobuono.

Le accuse – Le contestazioni, allo stato delle indagini preliminari e fatte salve le valutazioni nelle fasi successive, riguardano scambio elettorale politico-mafioso, estorsione e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo. L’inchiesta, coordinata dalla Dda e sviluppata dal Gico del Nucleo Pef Bari con il Servizio centrale Investigazione Criminalità Organizzata, ricostruisce un asse tra esponenti della criminalità organizzata barese riconducibili al clan Parisi e attori della politica locale.

Il patto per le comunali 2020 – Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal gip, un candidato al Consiglio comunale di Modugno nel 2020, poi eletto, avrebbe “acquistato” voti da membri dei Parisi in cambio di denaro e della disponibilità a soddisfare le esigenze del gruppo. In occasione del ballottaggio, lo stesso avrebbe fatto da tramite per procacciare preferenze al candidato sindaco Nicola Bonasia (allo stato indagato e non attinto da alcuna misura cautelare), con la promessa, poi mantenuta, di un’assunzione a favore di un affiliato che si sarebbe impegnato personalmente a raccogliere voti.

Il prezzo del voto – In relazione agli episodi di voto di scambio, è stato ipotizzato che Stragapede, ritenuto esponente del clan Parisi, abbia accettato da Lopez la promessa di 25 euro per ogni voto utile alla candidatura di quest’ultimo nella lista “Modugno per le imprese e il commercio”. I patti avrebbero previsto l’appoggio a Lopez al primo turno e a Bonasia al ballottaggio; in cambio, Stragapede avrebbe ottenuto l’assunzione in ambito comunale. A mediare, secondo gli atti, Michele Parisi, fratello del capoclan Savino Parisi (deceduto), che avrebbe prospettato ulteriori sponde elettorali in vista delle comunali di Bari, delle europee 2024 e delle amministrative di Modugno 2025.

Il summit per le europee – Gli approfondimenti hanno documentato un incontro nell’abitazione di Michele Parisi, al quale avrebbero partecipato cinque persone (tra cui Lopez), per stringere un accordo in vista delle elezioni europee del 2024: l’impegno, in cambio di denaro al clan, a convogliare voti su un candidato all’Europarlamento ritenuto ignaro dell’intesa.

Le estorsioni nei campi – Un imprenditore del Foggiano, attivo nella commercializzazione di prodotti per l’agricoltura, avrebbe recuperato o tentato di recuperare crediti minacciando imprenditori agricoli di “tagliare” i raccolti se non avessero pagato, sfruttando la caratura criminale di un vertice dei Parisi e di due sodali, e garantendo poi il 50 per cento del riscosso al mafioso. Accertata, a latere, anche la detenzione e il porto in luogo pubblico di armi comuni da sparo da parte dell’imprenditore, del mafioso e di un terzo pluripregiudicato.

I provvedimenti del giudice – Considerato l’elevato valore indiziario degli elementi raccolti, il gip, su richiesta della Procura, ha emesso le misure cautelari personali. L’azione, sottolinea l’ufficio inquirente, intende colpire la commistione tra interessi politici e mafiosi che inquina la libertà di voto e il fenomeno delle estorsioni a danno degli operatori agricoli.

La posizione del sindaco – “Ho sempre creduto che il rispetto della legalità sia il primo dovere di chi sceglie di servire la cosa pubblica. È su questo principio che ho fondato ogni mia scelta, ogni atto, ogni battaglia politica e personale. Chi mi conosce sa che non ho mai ceduto a pressioni o compromessi e che ho sempre anteposto l’interesse della comunità a qualsiasi altro”. Lo scrive, sulla sua pagina Facebook, il sindaco Nicola Bonasia. “Affronterò questa vicenda – aggiunge – con serenità, garantendo la massima collaborazione all’Autorità giudiziaria, certo che la verità ristabilirà l’ordine dei fatti”. “Oggi lo sconforto è grande e l’amarezza profonda. Oggi più che mai sento il bisogno del vostro sostegno, della vostra fiducia, della vostra vicinanza. Continuerò a servire Modugno con la stessa determinazione, lo stesso senso del dovere e la stessa passione che mi hanno guidato finora. Ma solo da voi posso trovare la forza con cui andare avanti”.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico