Una rete di società edili, passaggi fittizi e patrimoni svuotati per eludere oltre 2 milioni di euro di oneri: è il mosaico ricomposto dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Trani, che ha disposto un sequestro preventivo d’urgenza su quattro persone e cinque imprese del settore. Il provvedimento, eseguito dalle Fiamme gialle della provincia Barletta Andria Trani, è ora al vaglio di convalida del giudice per le indagini preliminari.
L’indagine – L’operazione “Circùmfero” è l’esito di accertamenti del Nucleo di polizia economico finanziaria di Barletta, delegati dalla Procura, su tre società riunite in Ati (Associazione temporanea di imprese) per un programma di edilizia convenzionata del Comune di Trani (Contratto di Quartiere II). Secondo gli inquirenti, le imprese avrebbero omesso il versamento degli oneri di urbanizzazione convenzionati, oltre 2 milioni di euro, il cui pagamento era stato ingiunto dal Tar Puglia con sentenza del 2016.
La manovra distrattiva – Per sottrarsi al pagamento, le società avrebbero svuotato il patrimonio tramite vendite simulate di unità abitative di nuova costruzione e altri beni a favore di due diverse imprese riconducibili al medesimo imprenditore, registrando pagamenti mai incassati e ricorrendo a scritture contabili artefatte. Il dissesto così generato ha portato alla liquidazione giudiziale davanti al tribunale di Trani. Dopo tali sentenze, le due società acquirenti sarebbero state oggetto di scissioni d’azienda in favore di tre nuove imprese, gestite da soggetti dell’orbita familiare dell’imprenditore originariamente dichiarato fallito, per ostacolare l’identificazione della provenienza illecita dei beni.
I sequestri – La Procura ha disposto misure cautelari per circa 65 milioni di euro. Tra queste, il sequestro preventivo “impeditivo” finalizzato alla confisca di 112 unità immobiliari, somme di denaro e strumenti finanziari riconducibili agli indagati, quale corpo dei reati di bancarotta per distrazione, autoriciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento dei debiti verso l’Erario, per circa 40 milioni di euro. Previsto anche il sequestro per equivalente, pari al valore di mercato di tre immobili oggetto di autoriciclaggio, da eseguire su denaro e strumenti finanziari nella disponibilità degli indagati. È stato inoltre disposto il sequestro “impeditivo” delle partecipazioni e quote di tutte le società e aziende riconducibili agli indagati, nonché dei crediti d’imposta presenti nei cassetti fiscali: in dettaglio, nove compendi aziendali relativi a otto società e una ditta individuale, comprendenti 237 unità immobiliari e 13 automezzi, per un valore stimato di circa 25 milioni di euro.
Garanzie e tutele – Procura e Guardia di finanza hanno avviato approfondimenti per tutelare eventuali terzi che abbiano acquistato immobili in buona fede, elemento che potrà costituire motivo di esclusione dal provvedimento. La custodia, conservazione e gestione degli immobili, dei beni mobili e dei compendi aziendali sequestrati sarà affidata a un amministratore giudiziario nominato dal gip. IN ALTO IL VIDEO

