Sardegna, sequestro da oltre 2 milioni a vertici del narcotraffico: aziende, terreni e auto

di Redazione

Terreni e fabbricati nelle province di Nuoro e Sassari, una ditta individuale, le quote e il compendio aziendale di tre società attive tra agro-pastorale e locazione immobiliare, cinque autoveicoli e diversi rapporti finanziari: è il perimetro del maxi-sequestro, oltre 2 milioni di euro, eseguito oggi dalla Polizia di Stato in Sardegna. Il provvedimento, illustrato in conferenza stampa in Questura a Cagliari, affonda le radici nelle indagini che nel 2023 portarono all’operazione “Primavera fredda” e colpisce due indiziati ritenuti figure apicali di un’organizzazione dedita al traffico di cocaina: originari del Nuorese, circa 40 anni, sono reclusi a Badde e Carros in custodia cautelare dopo la condanna in primo grado.

Il sequestro – I beni sono stati bloccati ai sensi della normativa antimafia: 11 immobili tra Nuoro e Sassari, una ditta individuale, partecipazioni e compendi di tre società dei settori agricolo-pastorale e immobiliare, cinque veicoli e vari rapporti finanziari, per un valore complessivo superiore ai 2 milioni di euro. Secondo gli investigatori, il denaro del narcotraffico veniva reimpiegato nell’acquisto di terreni e aziende agrarie, inquinando l’economia legale.

La regia e i provvedimenti – All’alba si sono mossi il Servizio centrale anticrimine del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e la Divisione anticrimine della Questura di Cagliari, diretti da Roberto Cilona e Andreana Caruso. I sequestri, finalizzati alla confisca, sono stati emessi dal Tribunale di Cagliari – Sezione misure di prevenzione, su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica e del questore Rosanna Lavezzaro,  presente in conferenza con il questore vicario Antonio Nicoli, Cilona e Caruso.

Sequestri d’urgenza e mappa dei flussi – «È stato un sequestro d’urgenza, come previsto dal codice antimafia – ha spiegato Cilona –. I due destinatari del sequestro di beni sono i promotori e gli organizzatori del traffico di stupefacenti. Abbiamo ricostruito la loro storia criminale e, in sintonia con la Procura, chiesto il sequestro dei presunti proventi della vendita di ingenti quantitativi di cocaina. Riteniamo di avere stroncato, già due anni fa, un’attività che stava crescendo in maniera diffusa. Sono state investigazioni delicate e complesse in tutta la Sardegna, che hanno interessato il Cagliaritano, il Marghine, il Nuorese e il Sassarese, per capire dove finisse il denaro ricavato dalla droga».

Intestazioni fittizie e schermi societari – Le analisi patrimoniali hanno ricostruito un sistema di intestazioni fittizie e movimenti sospetti, fino a individuare un patrimonio ritenuto accumulato illecitamente come provento del traffico di stupefacenti. Il fulcro, sottolineano gli inquirenti, è l’aggressione alle attività imprenditoriali: sottrarle al controllo criminale interrompe il reinvestimento dei profitti illeciti e protegge il mercato dalla concorrenza sleale.

Le parole della Questura – «Il provvedimento eseguito conferma l’importanza che rivestono, nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata, le misure di prevenzione patrimoniali, capaci di sottrarre i patrimoni illecitamente accumulati, restituendo alla collettività risorse economiche ottenute illegalmente», ha detto il questore Lavezzaro. Per Cilona, «particolare rilevanza assume il sequestro delle attività imprenditoriali, elemento chiave nella strategia di contrasto all’infiltrazione criminale nell’economia legale. La sottrazione di aziende al controllo della criminalità organizzata impedisce il reinvestimento dei proventi illeciti e tutela il mercato dalla concorrenza sleale». IN ALTO IL VIDEO

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