Valanga di emendamenti sulla legge di bilancio all’esame della commissione Bilancio del Senato, dove la manovra del governo viene passata al setaccio da maggioranza e opposizioni. Al termine della fase di presentazione, sono circa 5.500 le proposte di modifica depositate, a confermare un confronto parlamentare destinato a essere serrato, soprattutto sui capitoli fiscali più sensibili: dalla cedolare secca sugli affitti brevi all’Irap per banche e assicurazioni, fino alla patrimoniale sulle grandi ricchezze invocata da una parte dell’opposizione.
Numeri e tempi della partita – Dei circa 5.500 emendamenti complessivi, circa 1.600 arrivano dai gruppi che sostengono il governo. Nel dettaglio, Forza Italia ne ha presentati 677, Fratelli d’Italia si attesta intorno a quota 500, la Lega ha depositato 399 proposte di modifica e Noi Moderati 62. Le opposizioni hanno invece messo sul tavolo circa 3.800 emendamenti, contribuendo così a gonfiare il totale. La tabella di marcia prevede ora una prima scrematura: entro il 18 novembre dovranno essere indicati i cosiddetti “segnalati”, cioè gli emendamenti sui quali i gruppi decideranno di concentrare la battaglia politica. In tutto saranno 414.
La cedolare sugli affitti brevi – Tra le richieste più rilevanti avanzate dai partiti di governo spicca quella di Forza Italia sulla cedolare secca per gli affitti brevi. Un emendamento azzurro punta infatti a cancellare l’aumento dell’aliquota previsto dalla manovra, mantenendo al 21% la tassazione per chi affitta una sola unità immobiliare e fissandola al 26% per chi mette sul mercato due immobili. Per coprire il mancato gettito, la proposta individua come fonte il Fondo per interventi strutturali di politica economica.
La stretta su banche e assicurazioni – Sul fronte opposto, sempre nella maggioranza, si colloca l’iniziativa della Lega, che chiede di raddoppiare l’aumento dell’Irap per banche e assicurazioni rispetto a quanto previsto dal testo del governo. L’emendamento leghista propone di portare la maggiorazione da 2 a 4 punti percentuali sull’aliquota indicata dall’articolo 21 della manovra. Secondo le stime allegate, il gettito aggiuntivo si aggirerebbe intorno a un miliardo di euro, risorse che verrebbero destinate a incrementare i fondi per le forze dell’ordine. Con questa modifica, l’aliquota salirebbe all’8,65% per enti creditizi e società finanziarie e al 9,90% per le imprese di assicurazione.
La patrimoniale proposta da Avs – Nel campo delle opposizioni, uno dei segnali più netti arriva da Alleanza Verdi e Sinistra, che ha depositato un emendamento per introdurre una patrimoniale sulle grandi ricchezze. La proposta prevede un’aliquota unica dell’1,3% applicata ai patrimoni netti superiori a 2 milioni di euro. La base imponibile comprenderebbe l’intera ricchezza, sia mobiliare che immobiliare, al netto delle passività finanziarie, detenuta o posseduta in Italia e all’estero.
Lo scontro politico – La mole di emendamenti e le divisioni interne alla stessa maggioranza sono finite nel mirino del Partito Democratico. Il responsabile Economia della segreteria nazionale, Antonio Misiani, ha attaccato la coalizione di governo con un post su X: “In due anni sulla Legge di bilancio la maggioranza in Parlamento è passata da zero emendamenti (in ossequio ai desiderata di Giorgia Meloni) ai 1.600 presentati quest’anno. Alla faccia della (presunta) compattezza della destra. E con un bel ciaone alla manovra ‘seria ed equilibrata’ di Meloni e Giorgetti”. Una presa di posizione che fotografa quanto il confronto sulla manovra, dentro e fuori il Parlamento, sia destinato a restare altamente conflittuale almeno fino alla definizione dei 414 emendamenti “segnalati” e all’approdo del testo in Aula.

