Si muovevano nell’ombra, confezionando telefoni, spostamenti e rifugi sicuri per due uomini destinati al carcere. La rete è stata smantellata all’alba dai carabinieri, che hanno arrestato sette persone tra le province di Crotone e Milano, accusate di aver favorito la latitanza di soggetti legati alla ‘ndrangheta di Cirò Marina.
Gli arrestati – Sono finiti in carcere Giovannina Rao (73), Manuela Anania (51), Antonio Esposito (76), Claudu Cioian (47) e Mario Filippelli (49). Ai domiciliari invece Vittoria De Leo (50) e Francesco Pio Gattuso (40), per i quali l’aggravante mafiosa non è stata contestata. Tutti sono residenti a Cirò Marina.
L’inchiesta – L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e delegata al Nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Crotone, ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro su richiesta della procura. Per cinque indagati è stata disposta la detenzione in carcere, mentre altri due sono stati sottoposti agli arresti domiciliari. Tutti sono ritenuti gravemente indiziati di procurata inosservanza della pena con aggravante mafiosa, per aver agevolato l’associazione ‘ndranghetistica denominata “locale di Cirò”.
La rete di supporto – Secondo la ricostruzione investigativa, le persone coinvolte avrebbero fornito appoggi logistici e strumenti di comunicazione, come sim telefoniche attivate e intestate appositamente, per consentire a Carmine Siena, 43enne, e Antonio Anania, 52enne, entrambi di Cirò Marina, di sottrarsi all’esecuzione della pena. I due erano destinatari di condanne definitive per associazione mafiosa nell’ambito della storica operazione Stige. Siena doveva scontare 3 anni e 25 giorni di reclusione; Anania una pena residua di 5 anni e 11 mesi. IN ALTO IL VIDEO

