Elia Del Grande, finisce la fuga del “mostro dei fornai”: arrestato nella casa della strage

di Redazione

È finita la fuga di Elia Del Grande. Il cinquantenne che nel 1998 sterminò a fucilate padre, madre e fratello nel forno di famiglia a Cadrezzate è stato rintracciato e arrestato dai carabinieri nel Varesotto, al termine di una caccia all’uomo durata tredici giorni. Evaduto il 30 ottobre dalla casa lavoro di Castelfranco Emilia, dove stava scontando una condanna a 30 anni con libertà vigilata, è stato bloccato nella sua vecchia abitazione, lo stesso edificio in cui ventisette anni fa consumò il triplice omicidio che sconvolse l’Italia.

La cattura nel paese natale – Il blitz è scattato nel tardo pomeriggio di mercoledì 12 novembre: i militari del nucleo investigativo di Varese hanno fatto irruzione in un appartamento di Cadrezzate con Osmate, sorprendendo l’uomo in casa. Non ha opposto resistenza. Le prime informazioni sono circolate poco dopo le ore 20, confermando la fine della latitanza iniziata il 30 ottobre, quando Del Grande si era allontanato senza autorizzazione dalla casa lavoro di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena.

La strage del 1998 e la condanna – Era l’alba del 7 gennaio 1998 quando Del Grande, allora ventitreenne, prese l’arma del padre, titolare dello storico forno-pasticceria di famiglia, e aprì il fuoco sui genitori Enea e Alida e sul fratello Enrico, uccidendoli nel sonno. Il movente, ricostruito nei processi, fu ricondotto a profondi contrasti economici e familiari. Condannato in via definitiva all’ergastolo, la pena fu ridotta a 30 anni per il riconoscimento della semi-infermità mentale. Nell’agosto del 2023, dopo 26 anni e quattro mesi di carcere, l’uomo aveva ottenuto la libertà vigilata, misura più volte disattesa fino all’aggravamento disposto dal magistrato di sorveglianza di Varese, che aveva ordinato il suo trasferimento nella struttura emiliana.

La fuga dalla casa lavoro – L’allontanamento del 30 ottobre dalla casa lavoro di Castelfranco Emilia aveva fatto scattare l’allarme massimo. Del Grande era considerato socialmente pericoloso e potenzialmente capace di nuovi gesti estremi. Le ricerche, coordinate dai comandi provinciali di Varese e Modena, con il supporto del Raggruppamento operativo speciale (Ros) di Milano, si sono concentrate fin da subito sul Varesotto, dove il cinquantenne conserva proprietà immobiliari e legami familiari. Per quasi due settimane i carabinieri hanno monitorato parenti, ex conoscenti e le proprietà ancora intestate al fuggitivo, finché l’attività info-investigativa ha consentito di localizzarlo nella casa di Cadrezzate.

La caccia tra boschi, lago e complicità – Le operazioni di ricerca sono state rese particolarmente complesse dalla perfetta conoscenza del territorio da parte di Del Grande, capace di muoversi con facilità tra la fitta vegetazione dell’area compresa tra Ternate, Travedona Monate e Cadrezzate con Osmate. Secondo quanto spiegato in una nota congiunta dei procuratori di Modena e Varese, Luca Masini e Antonello Gustapane, il fuggitivo avrebbe potuto contare anche sull’aiuto di alcune persone che lo avrebbero favorito negli spostamenti. Per eludere i controlli non avrebbe esitato a servirsi di un pedalò, con cui di notte attraversava il lago di Monate, sfruttando darsene e canneti per restare nascosto.

Lettere, tv e il ritorno in cella – Durante la fuga Del Grande aveva scritto una lettera a Varese News, il 6 novembre, per spiegare le ragioni della scelta di lasciare la casa lavoro in Emilia, definita da lui inadeguata a ospitarlo ancora per i cinque mesi residui della misura. Nella serata di martedì la trasmissione televisiva Le Iene aveva diffuso il contenuto di una sua telefonata, nella quale ribadiva gli stessi concetti. La cattura, avvenuta il giorno successivo, chiude dunque la parentesi della latitanza: dopo le formalità in caserma, il cinquantenne è stato trasferito in carcere in attesa della revoca della libertà vigilata e del ripristino del regime di detenzione ordinario.

La ferita del paese e il “mostro dei fornai” – “Un risultato importante che restituisce serenità alla comunità di Cadrezzate, ancora segnata da quella tragedia”, commentano dal comando provinciale di Varese. Nel paese dove nel 1998 il forno di famiglia abbassò le serrande per sempre, la notizia dell’arresto è stata accolta come la fine di un nuovo incubo: il “mostro dei fornai” non è più libero. IN ALTO IL VIDEO

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