Una rete di fatture per operazioni inesistenti, lavoratori formalmente dipendenti di altre imprese ma operativi per un unico call center, milioni di euro sottratti al Fisco: è lo scenario emerso da un’indagine della Guardia di finanza che ha colpito una società di teleselling della provincia di Macerata.
L’operazione della Guardia di finanza – I finanzieri della Compagnia di Civitanova Marche, nell’ambito del costante monitoraggio delle imprese attive sul territorio maceratese, hanno acceso i riflettori su una società operante nel settore dei call center, segnalata da rilevanti indici di pericolosità fiscale. Tali elementi sono stati individuati grazie all’attività di intelligence, condotta attraverso l’incrocio delle informazioni ricavate dai database operativi in uso al Corpo.
Teleselling nel mirino – La società attenzionata svolgeva attività di teleselling, vale a dire vendita diretta per telefono: gli operatori contattavano potenziali clienti proponendo prodotti o servizi e concludendo la vendita nel corso della stessa telefonata. Dietro questa struttura commerciale, però, i finanzieri hanno ricostruito un sistema organizzato per comprimere il carico fiscale e contributivo.
Il meccanismo delle fatture inesistenti – Dalle indagini e dalla verifica fiscale ai fini delle imposte dirette, indirette e degli altri tributi, condotta per gli anni d’imposta dal 2019 al 2023, è emerso che la società, per evadere imposte, oneri contributivi e assistenziali, si avvaleva di lavoratori formalmente assunti da altre imprese. In concreto, le società presso cui i lavoratori risultavano regolarmente inquadrati emettevano fatture nei confronti della società verificata per servizi non meglio specificati, ritenuti afferenti a operazioni inesistenti e funzionali unicamente al trasferimento di denaro necessario a pagare gli stipendi. Nelle relazioni con i clienti, tuttavia, gli stessi lavoratori dichiaravano di chiamare per conto della società oggetto di verifica, senza rivestire al suo interno alcuna carica formale.
I numeri dell’evasione e le denunce – L’indagine ha portato a contestare una base imponibile complessivamente sottratta a tassazione per oltre 15,8 milioni di euro, con Iva dovuta per oltre 3,3 milioni di euro e Iva non versata per circa 900 mila euro. Tre persone sono state denunciate alla procura della Repubblica presso il tribunale di Macerata per dichiarazione fraudolenta, dichiarazione infedele ed emissione di fatture false.

