Un colpo ai patrimoni illeciti: i finanzieri del comando provinciale di Roma hanno eseguito un sequestro per sproporzione, da oltre 106 milioni di euro, disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale capitolino, a quattro imprenditori romani ritenuti socialmente pericolosi: Anna Bettozzi (nota come “Lady Petrolio”), Virginia Di Cesare, Filippo Maria Bettozzi e Roberto Strina.
Il provvedimento – Il sequestro colpisce beni riconducibili ai quattro, tra loro parenti, ritenuti aver accumulato ricchezze ingenti e incompatibili con i redditi dichiarati. Il Tribunale ha disposto l’ablazione di unità immobiliari, autoveicoli (anche di lusso) e motoveicoli, quote e patrimoni aziendali, orologi di pregio e opere d’arte.
Le indagini e i precedenti – L’attività, sviluppata dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma attraverso il Gico, trae origine da precedenti inchieste che avevano già fotografato un consolidato comportamento illecito. I quattro sono gravemente indiziati di appartenere a un’associazione per delinquere, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, dedita a plurimi reati tributari e alle conseguenti operazioni di riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di denaro di provenienza delittuosa. Nell’aprile 2021 furono destinatari di misure cautelari personali nell’ambito dell’indagine legata a “Maxpetroli Italia”, inserita nella maxi-inchiesta sulle cosiddette “Petrol Mafie Spa”.
Il patrimonio sequestrato – I beni immobili si trovano a Roma, Fiumicino e Olbia. In elenco anche auto di alta gamma, moto, l’intero patrimonio di imprese riconducibili ai proposti, 39 opere d’arte e orologi di valore: tra questi tre Rolex in acciaio con brillanti. Sigillati anche un bracciale Bulgari e una collana d’oro Patek Philippe.
La villa in Costa Smeralda – Tra i beni spicca una residenza a Punta Lada, nei pressi di Porto Rotondo (Olbia), con accesso diretto al mare e piattaforma privata predisposta per l’attracco di imbarcazioni: il simbolo di un tenore di vita che, secondo gli investigatori, risulta sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.
La cornice giuridica – Il sequestro per sproporzione, disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Roma, rappresenta uno strumento cardine per neutralizzare patrimoni ritenuti frutto o reimpiego di attività illecite, in attesa delle successive valutazioni di merito sul definitivo destino dei beni. IN ALTO IL VIDEO

