Muore a 74 anni Ace Frehley, chitarrista solista e membro fondatore dei Kiss: si è spento a Morristown in seguito a una recente caduta. La famiglia, citata dai media statunitensi, lo saluta con parole di dolore: “Siamo completamente devastati. Nei suoi ultimi momenti siamo stati abbastanza fortunati da circondarlo con amore e preghiere. Conserviamo i ricordi più belli di lui”.
Le cause e le ultime ore – Il 25 settembre scorso Frehley era caduto nel suo studio ed era stato costretto ad annullare le date del tour. Il 16 ottobre alcuni media statunitensi avevano riferito del ricovero in condizioni critiche, con supporto vitale e ventilazione artificiale per un’emorragia cerebrale provocata dalla caduta. È morto poche ore più tardi.
Il mito dei Kiss – Tra gli anni Settanta e Ottanta i Kiss hanno segnato l’immaginario dell’hard rock con brani come “I Was Made for Lovin’ You”, “Rock and Roll All Nite”, “Detroit Rock City” e “Cold Gin”, oltre a spettacoli dal vivo diventati leggenda tra fuochi d’artificio ed effetti scenici. Nel 2014 la band è stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame.
La maschera di “The Spaceman” – In formazione, Frehley adottò il personaggio “The Spaceman”, richiamato dal trucco bianco e nero. Il soprannome “Ace” rimandava, nelle cronache dell’epoca, alla sua fama da seduttore.
Le origini – Nato nel Bronx come Paul Daniel Frehley, era figlio di Esther Anna Hecht e Carl Daniel Frehley. Aveva due fratelli, Nancy e Charles (anche lui chitarrista). Proveniente da una famiglia umile, da adolescente frequentò ambienti difficili prima di imboccare definitivamente la strada della musica.
Dalle gang alla chitarra – A tredici anni ricevette in regalo la prima chitarra. Negli anni successivi alternò lavoretti a esibizioni in gruppi minori come “Magic People”, “The Muff Divers” e “Four Roses”, affinando tecnica e presenza scenica.
Dall’audizione alla leggenda – Verso la fine del 1972 rispose all’annuncio di un gruppo in cerca di un solista: lo scelsero Paul Stanley e Gene Simmons, con Peter Criss alla batteria. Oltre al trucco e ai costumi, Frehley trasformò la sua Gibson Les Paul in un simbolo: pick-up fumogeno e razzi comandati dai potenziometri. Con i Kiss contribuì a definire il suono glam/hard rock dell’epoca; “Cold Gin”, da lui firmata, divenne un cavallo di battaglia.
L’addio ai Kiss e i Frehley’s Comet – Nel 1982, dopo frizioni interne e divergenze artistiche, lasciò il gruppo. Fondò i Frehley’s Comet: con Anton Fig, Tod Howarth e John Regan pubblicò l’album omonimo (1987), quindi “Live+1” (1988) e “Second Sighting”. Con “Trouble Walkin’” tornò a cantare in prima persona, affiancato da ospiti come Sebastian Bach, Dave Sabo e Peter Criss..
Ritorni, dischi e apparizioni – Nel 1996 rientrò con la formazione storica per Kiss Unplugged; nel 1998 partecipò a “Psycho Circus” (interpretando “Into the Void” e “In Your Face”). Dopo il “Farewell Tour” (2001) la band cambiò ancora volto con Eric Singer e Tommy Thayer. L’ultima apparizione di Frehley con i Kiss risale alle Olimpiadi invernali di Salt Lake City (febbraio 2002). Nel 2006 partecipò ai Rock Honors suonando “God of Thunder” con una super–lineup; nel 2009 pubblicò il suo quinto album solista, “Anomaly”.
Eredità – Considerato tra gli strumentisti più influenti della chitarra rock del periodo d’oro, Frehley ha legato il suo nome a un’estetica sonora e scenica che continua a ispirare generazioni di musicisti.