È bastato un rifiuto al rientro in sezione per trasformare il pomeriggio di sabato nella casa di reclusione casertana di Carinola in un’emergenza ad alto rischio: un detenuto già noto per violenza è salito sul muro dei passeggi con mazze di legno e ferro, minacciando chiunque si avvicinasse. Gli agenti, in numero insufficiente per fronteggiare una crisi così rapida, hanno retto l’urto fino all’arrivo di rinforzi richiamati d’urgenza fuori servizio, riportando la situazione sotto controllo solo dopo una colluttazione.
La sequenza dei fatti – Il detenuto ha rifiutato di rientrare dal reparto isolamento nel pomeriggio. Dopo ore di mediazione, intorno alle ore 20 è salito sul muro dei passeggi armato di mazze di legno e di ferro, lanciando minacce al personale. Alle ore 21 sono giunti in istituto il comandante, il vice comandante e altri operatori. Gli agenti, dotati di dispositivi di protezione, sono saliti su una scala per disarmarlo. L’uomo, nel tentativo di sottrarsi al controllo, ha scavalcato il muro opposto raggiungendo l’area verde dei colloqui. La zona è stata circondata e, dopo una violenta colluttazione, il detenuto è stato bloccato, ammanettato e ricondotto all’interno. Nessuna conseguenza più grave grazie alla prontezza e alla lucidità del personale.
Precedenti e segnalazioni inascoltate – Si tratta dello stesso detenuto che ad agosto aveva già aggredito tre poliziotti, finiti in ospedale. Nonostante le segnalazioni e le richieste di trasferimento inoltrate al Prap e al Dap, il soggetto è rimasto a Carinola, con esiti che i sindacati definiscono prevedibili.
La denuncia del Sappe – A dare voce all’allarme è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: l’istituto, denuncia il segretario Ettore Natale, lavora tra carenze di organico, sovraffollamento e presenza di detenuti facinorosi. Solidarietà e apprezzamento arrivano dal segretario generale Donato Capece, che sottolinea: “Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti però con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari, che sono stati anche minacciati insultati e colpiti dall’uomo. La delusione è profonda. Di fronte a episodi così gravi e frequenti non è più sufficiente esprimere dispiacere: servono misure urgenti e concrete”. Capece aggiunge: “Nelle carceri della Nazione si deve ristabilire il rispetto della legalità e delle regole del sistema penitenziario. Il personale è allo stremo, logorato da turni massacranti, carichi di lavoro insostenibili e da una burocrazia che continua a penalizzare gli operatori in uniforme”. E ancora: “È una violenza che non si placa a causa di una popolazione detenuta che non rispetta più niente e nessuno. Torniamo a chiedere che queste persone vengano trasferite in istituti dove devono scontare la pena in regime detentivo chiuso, fino a quando non imparano a rispettare la Polizia penitenziaria e tutti gli altri operatori. Non è più tollerabile che ogni giorno ci siano agenti feriti, a volte anche in maniera grave. Chiediamo anche l’applicazione del regime di cui all’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede particolari restrizioni, perché questi detenuti mettono a rischio l’ordine e la sicurezza negli istituti, anche attraverso possibili fenomeni emulativi”.
Il fronte Sinappe – Anche il Sinappe interviene per voce del vice segretario regionale Campania Di Costanzo, che definisce “estremamente critiche” le condizioni operative a Carinola, tra organici ridotti, sovraffollamento e detenuti particolarmente pericolosi: “Ancora una volta il coraggio, la professionalità e il senso del dovere dei nostri colleghi hanno scongiurato una tragedia. È però inaccettabile che si continui a operare in condizioni di tale rischio e abbandono. Servono immediati interventi da parte dell’Amministrazione Penitenziaria per garantire sicurezza e dignità al personale”.
Il quadro nell’istituto – I sindacati parlano di “totale abbandono” e chiedono risposte rapide e concrete all’Amministrazione. Plauso al personale, in servizio e richiamato fuori turno, che ha chiuso la crisi rientrando alle famiglie solo a notte inoltrata: per loro, dicono le sigle, resta l’immagine di uno Stato che regge grazie alla professionalità di chi è in prima linea.