Mondragone, Ambc accusa: “Default usato come scudo elettorale”

di Redazione

Mondragone (Caserta) – Un’accusa frontale, in piena campagna elettorale. Ambc – Associazione Mondragone Bene Comune – punta il dito contro l’amministrazione guidata da Lavanga, imputandole di aver “confezionato” il dissesto e di averlo poi silenziato per rinviare i provvedimenti più impopolari, trasformando la crisi finanziaria in un vantaggio politico. «Sì, lo sappiamo: per loro non è tempo di risanamenti o di bilanci stabilmente riequilibrati. Le priorità dei forzaitaliòti sono ben altre», afferma Ambc.

“Silenzio sul default”-  – Secondo l’associazione, dopo aver condotto «per la prima volta nella sua lunga storia» il Comune al fallimento, l’amministrazione avrebbe fatto calare «un silenzio tombale» sul default, posticipando l’avvio del risanamento grazie «alla furbata del bilancio di previsione per il 2025 approvato prima della dichiarazione del dissesto», così da evitare «provvedimenti lacrime e sangue» in piena campagna elettorale.

Che cosa prevede la norma – Ambc richiama il Testo unico degli enti locali: con la deliberazione del dissesto, l’Osl – già nominato e in carica – gestisce i debiti pregressi, mentre gli organi dell’ente, che restano in carica, devono occuparsi «esclusivamente di risanare il bilancio» per evitare un nuovo dissesto (articolo 245, comma 3). Il tassello chiave è l’«ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato» (articolo 259 del Tuel): «È un atto squisitamente politico», sottolinea Ambc, chiamando in causa il Consiglio comunale.

Il ruolo del Consiglio – Per l’associazione, l’aula dovrebbe essere «già al lavoro» sull’ipotesi di riequilibrio, deliberando indirizzi su tagli, razionalizzazione della spesa, recupero dell’evasione e gestione delle passività. Invece, «ancora una volta» l’atto sarebbe stato «derubricato a tecnico-burocratico» e affidato «a qualche società esperta (a loro dire, perché di curriculum manco l’ombra)», con «ulteriore spesa a carico dei cittadini». Il rischio, sostiene Ambc, è di arrivare in Consiglio «con il pacchetto già confezionato e non emendabile», lasciando ai consiglieri «solo di alzare la manina».

Le priorità di spesa – Ambc porta un esempio di scelte politiche attese: «Il Comune di Mondragone spende per il Sociale molto meno della media nazionale: 84,86 euro pro capite contro 126. Al contrario, per la Polizia locale la media nazionale è 54,7 euro, qui 74,52». La domanda posta è se «si deciderà di tagliare i costi della polizia locale, per riportarli nella media nazionale, o si procederà a dare un’altra sforbiciata al Sociale, già ridotto al lumicino». Per deliberare «a ragion veduta», ammonisce Ambc, occorrono dati completi e tempestivi su tutti i servizi.

La critica politica – Il j’accuse è feroce: chi ha governato «da incapace» avrebbe condotto la città «al fallimento» e invece di «lavorare giorno e notte» per l’uscita dal dissesto passerebbe «le prossime settimane a fare da comitato elettorale del forzaitaliòta» e ad alimentare «il nefasto Sistema Caserta». «Buoni a nulla e capaci di tutto», l’affondo.

Il nodo comunicazione istituzionale – Ambc richiama il divieto per le amministrazioni, dal momento della convocazione dei comizi e fino alla chiusura del voto, «di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quelle impersonali e indispensabili». Da qui la domanda polemica: «E, quindi, come la mettiamo con la “passerella” Asi»?

La posta in gioco – Per Ambc, «è solo con il decreto ministeriale di approvazione dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato» che potrà avviarsi il percorso di risanamento. Per questo, «non andava affatto perso tempo, ma bisognava accelerare». Senza un indirizzo politico chiaro e un confronto in aula «vero e documentato», il dissesto «si aggraverà e si appaleserà», conclude l’associazione.

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