Sudan, strage in una moschea a El Fasher: 75 morti in un attacco con droni delle milizie RSF

di Redazione

Un attacco con droni condotto dalle forze paramilitari Rapid Support Forces (RSF) ha colpito una moschea affollata nel quartiere di al Daraja, a El Fasher, uccidendo almeno 75 persone e ferendone decine. Il raid è avvenuto mentre centinaia di fedeli si erano riuniti per la preghiera, in una zona dove avevano trovato rifugio numerosi sfollati provenienti dal campo profughi di Abu Shouk, già sotto attacco nelle scorse settimane.

La città sotto assedio – El Fasher, capitale del Darfur settentrionale e ultima roccaforte dell’esercito sudanese nella regione, è da oltre un anno stretta nell’assedio delle RSF, che negli ultimi mesi hanno intensificato le operazioni militari. Secondo fonti locali, i paramilitari hanno iniziato a erigere un muro lungo 30 chilometri attorno alla città, aggravando la condizione delle circa 260mila persone intrappolate all’interno. In tutta l’area vivono oltre 300mila civili, costretti a sopravvivere in condizioni sempre più disperate.

Una guerra senza tregua – Il Sudan è devastato, dall’aprile 2023, da una guerra civile che vede contrapposte le Forze armate regolari e le RSF. Il conflitto ha già causato almeno 150mila morti e 13 milioni di sfollati su una popolazione totale di circa 50 milioni di abitanti, trasformandosi in una delle peggiori crisi umanitarie al mondo. I paramilitari, che puntano al controllo completo di El Fasher, stanno guadagnando terreno nel Darfur, loro storica roccaforte.

Le testimonianze – “I corpi sono stati recuperati dalle macerie della moschea”, hanno riferito i volontari della Sala di Pronto Soccorso, attivi sul posto. Immagini diffuse sui social mostrano fedeli intrappolati sotto detriti e macerie. Le RSF, al momento, non hanno rilasciato alcun commento sull’attacco.

Allarme delle Nazioni Unite – L’attacco è avvenuto nello stesso giorno in cui le Nazioni Unite hanno denunciato un aggravamento della violenza a sfondo etnico nel conflitto sudanese, già responsabile di decine di migliaia di vittime e milioni di profughi.

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