Un sistema collaudato, più che una serie di furti occasionali. È quanto emerge dall’inchiesta condotta dai carabinieri della stazione di Grazzanise, che ha portato alla luce un’organizzazione criminale dedita ai cosiddetti “cavalli di ritorno” tra Casal di Principe, Capua e altri comuni del Casertano.
Come riporta “Cronache di Caserta”, al vertice del gruppo ci sarebbe stato un 75enne di Casal di Principe, ritenuto il punto di riferimento operativo dell’organizzazione. A eseguire materialmente i furti, invece, sarebbero stati alcuni cittadini albanesi, tra cui un 25enne residente a Capua. Dopo ogni colpo, quest’ultimo avrebbe contattato il 75enne, informandolo sul veicolo rubato e sul luogo del furto. A quel punto, il 75enne si sarebbe attivato per far partire la trattativa con la vittima: la restituzione del mezzo in cambio di denaro.
Un ruolo chiave, nella fase estorsiva, lo avrebbe avuto anche un 51enne di Sparanise, descritto come “uomo di fiducia” del 75enne. I due, secondo l’accusa, si sarebbero occupati di aumentare la somma richiesta alla vittima per la restituzione, trattenendo una quota per sé. Gli elementi raccolti dai militari dell’Arma hanno portato a considerare i tre come soggetti stabilmente inseriti in un sodalizio criminale ben strutturato.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, ha visto l’emissione di quattro misure cautelari: arresto in carcere per l’albanese, domiciliari per per il 75enne e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per il 51enne. Misura analoga per un altro albanese coinvolto nell’inchiesta insieme ad altri due indagati a piede libero, accusati rispettivamente di estorsione e tentata estorsione.