“Mentre le istituzioni di controllo e vigilanza continuano il loro incredibile letargo, i servizi essenziali continuano nei nostri territori a ricevere colpi mortali”. L’Associazione Mondragone Bene Comune (Ambc) torna a puntare i riflettori sullo stato del sistema idrico in Terra di Lavoro, accusando enti locali, partiti e Regione Campania di ignorare deliberatamente la deriva della gestione dell’acqua pubblica.
La trasformazione del Consorzio sotto accusa – Al centro della denuncia, ancora una volta, la trasformazione dell’ex Consorzio Idrico Terra di Lavoro nella società di capitali I.T.L. S.p.A., giudicata “illegittima” da Ambc in quanto avvenuta, a suo dire, “senza il coinvolgimento dei Consigli comunali dei Comuni aderenti”. Secondo l’associazione, la modifica dello statuto sociale e delle finalità economiche avrebbe richiesto una deliberazione esplicita da parte dei singoli enti locali, e non la sola approvazione da parte dell’assemblea consortile. “È vero che il comma 7-bis dell’articolo 115 del Tuel stabilisce che le deliberazioni siano adottate a maggioranza dell’assemblea consortile – si legge nella nota – ma solo qualora lo scopo sociale non sia cambiato. Nel nostro caso, invece, lo scopo è cambiato eccome!”.
Referendum tradito e rischio privatizzazione – Il riferimento è diretto al referendum del 12 e 13 giugno 2011, quando oltre 26 milioni di italiani votarono per escludere il profitto dalla gestione dell’acqua, sancendone la natura pubblica e non speculativa. “Con quella decisione – ricorda l’Ambc – si disse No ad una norma che prevedeva l’adeguata remunerazione del capitale investito. Gli italiani decisero che sull’acqua non ci possono essere margini di guadagno, non ci può essere finanza speculativa o business”. Una volontà popolare che, secondo l’associazione, viene ora calpestata dalla delibera della Giunta Regionale della Campania n. 399 del 25 luglio 2024, con cui il presidente Vincenzo De Luca punta a costituire la Grandi Reti Idriche Campane S.p.A., vendendo ai privati il 49% della Grande Adduzione Primaria.
“No alle Spa, sì all’acqua realmente pubblica” – “Quando finalmente ci libereremo di questo vecchio e fallito politicante e dei suoi uomini disseminati sul territorio sarà sempre troppo tardi!”, scrive l’associazione, lanciando un appello al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e rilanciando le battaglie di padre Alex Zanotelli contro la privatizzazione dell’acqua. “Occorre rimettere in discussione le procedure che hanno portato alla fine del Consorzio e alla nascita della Spa – sottolinea l’Ambc – e bisogna soprattutto richiamarsi all’esito referendario e dire: NO ‘società benefit’, ma acqua realmente pubblica!”.
Gestione opaca e debiti fuori controllo – L’associazione chiama infine in causa anche la Corte dei conti e la Procura, sollecitando un’indagine sulle criticità gestionali dell’ex Consorzio, ora travolto da debiti ritenuti “insostenibili”. “È stato per anni avvolto dalle nebbie più fitte – scrive Ambc – con reti colabrodo, contabilità opache e una situazione che, al netto di qualche articolo e delle nostre denunce, è rimasta sotto silenzio”. L’appello finale è rivolto a tutte le forze democratiche della provincia di Caserta: “È su questa piattaforma che partiti, movimenti, cittadine e cittadini dovrebbero agire per fermare il disastro che stanno portando avanti”.