Casaluce (Caserta) – Mercoledì 10 settembre, alle ore 19, nel Santuario Abbazia Santa Maria ad Nives di Casaluce, il vescovo di Aversa Angelo Spinillo presiederà una solenne concelebrazione eucaristica in suffragio di padre Michele Verolla, nel trigesimo della sua scomparsa. Il sacerdote si è spento il 10 agosto scorso, a soli 68 anni, colpito da un improvviso attacco cardiaco.
Figura amatissima nella comunità, padre Verolla è stato per oltre vent’anni parroco e rettore del Santuario di Casaluce, dopo aver guidato la parrocchia di Frignano. Il suo impegno, il suo spirito mite e la costante attenzione ai più deboli hanno lasciato un segno indelebile nei fedeli che continueranno a ricordarlo con affetto e riconoscenza. Tra le testimonianze più sentite, quella dell’avvocato Raffaele Crisileo, suo amico personale, che ha voluto dedicargli una toccante lettera aperta:
“Carissimo don Michele,
è con profondo dolore che noi tutti oggi ci stringiamo ancora una volta con un abbraccio circolare intorno a voi in questo momento di lutto per la vostra indescrivibile perdita, che ha lasciato senza parole tutti noi. La vostra scomparsa, la vostra nascita al Cielo, avvenuta proprio un mese fa, ha lasciato in tutti noi un vuoto incolmabile e indescrivibile, ma anche un ricordo indelebile del vostro spirito mite e generoso, sensibile e profondo, sempre impegnato nella vostra missione pastorale.
Voi, carissimo don Michele, siete stato per noi un punto di riferimento, una guida spirituale e un vero amico nostro e di tutti quanti vi hanno conosciuto. Per me in particolare siete stato anche un vero fratello spirituale. La vostra presenza costante, il vostro sorriso accogliente e le vostre parole di conforto hanno toccato i cuori di noi tutti e sono certo che mai lo dimenticheremo. Ricordiamo con affetto il vostro impegno instancabile in questa parrocchia e non solo in questa comunità; ricordiamo con affetto il lavoro con i giovani, la vostra attenzione ai più bisognosi, ai poveri e agli ultimi.
Grazie, carissimo don Michele, per tutto quello che avete fatto. “Se il chicco non muore non raccoglie i frutti”, si legge in un salmo, e voi questi frutti li state certamente raccogliendo nelle braccia di Maria, anche per intercessione del giovane santo Carlo Acutis, cui eravate particolarmente devoto, ora che siete nella luce della resurrezione.
La vostra fede incrollabile e il vostro esempio di vita cristiana sono ora un’eredità preziosa che noi tutti custodiremo per sempre nei nostri cuori e di cui io sono uno dei tanti testimoni. In questo momento di profonda tristezza troviamo conforto soltanto nella certezza che voi, da un mese, riposate nella pace eterna, nella liturgia del Cielo tra le braccia del Padre celeste e della Sua diletta Madre, la Madonna di Casaluce, cui voi eravate particolarmente devoto.
Voi, con Sant’Agostino, nelle vostre omelie avete affrontato più volte il tema della morte con una prospettiva cristiana, vedendola non come una fine, ma come un passaggio verso la vita eterna e la beatitudine in Dio. La morte – ricordo che ci avete sempre detto voi – è vista come un momento di transizione in cui l’anima umana, creatura mutevole, si unisce al bene immutabile, ovvero a Dio, e trova in quella dimensione la felicità eterna.
E ora, carissimo don Michele, voi vivete nell’eternità e nella beatitudine in Dio, dove avete trovato la felicità eterna. Tutto ciò ci conforta, come ci conforta la nostra fede nel Risorto, certi che nell’ultimo giorno vi rivedremo gioioso e sorridente, come sempre ci avete accolto quando eravate in vita ogni volta che vi incontravamo o quando entravamo in questa Chiesa e vi trovavamo raccolto a pregare.
Ci uniamo, allora, tutti alla preghiera per il vostro eterno riposo e per la nostra consolazione. Che il Signore ci dia la forza di superare questo momento assai difficile e che il vostro ricordo, carissimo fratello don Michele, continui a ispirarci nel nostro cammino di fede, come avete sempre fatto quando, anche voi, eravate pellegrino sulla terra come lo siamo ancora noi adesso. Tutto ciò nella certezza che il Signore Onnipotente vi abbia premiato per le opere di misericordia che voi, come ministro di Dio, avete compiuto durante la vostra vita terrena.
Caro don Michele, ora noi preghiamo per voi e voi pregate per noi, come mi diceste in quell’ultima telefonata che mi faceste in quel pomeriggio del 10 agosto scorso, poche ore prima che il Signore vi volesse attorno al Suo altare in cielo. Quella telefonata e quei messaggi che mi mandaste per chiedere di pregare per voi mai li dimenticheremo.
Allo stesso modo non dimenticheremo quando siamo stati per ben due volte insieme in Terra Santa, né dimenticheremo le vostre preghiere quando vi immergeste nel fiume Giordano per ricevere il rinnovo del battesimo o quando concelebraste nella tomba del Santo Sepolcro. E poi il nostro viaggio a Fatima. Quanti ricordi. Un abbraccio, carissimo don Michele, da parte di noi tutti. Vi vogliamo bene e sarete sempre nei nostri cuori e nelle nostre preghiere. E voi ora pregate per noi”.