A poche ore dall’incontro alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, il conflitto in Ucraina resta incandescente, con nuovi raid russi su città ucraine e un braccio di ferro diplomatico che agita il summit di Washington. Il presidente ucraino, atteso anche da un incontro con i leader europei – tra cui Giorgia Meloni, Emmanuel Macron, Ursula von der Leyen, Friedrich Merz, Alexander Stubb e Keir Starmer – ha ribadito la propria linea rossa: «La Russia non deve ottenere alcuna ricompensa per questa guerra. Deve essere Mosca a dire basta».
Il gelo tra Trump e Zelensky sulla Crimea – A incendiare il confronto le parole di Trump, che ha dichiarato che Zelensky avrebbe potuto porre fine al conflitto «quasi immediatamente», rinunciando alla Crimea e abbandonando ogni ambizione di adesione alla Nato. «La Crimea non avrebbe dovuto essere ceduta all’epoca», ha replicato il presidente ucraino, rivendicando il diritto all’integrità territoriale del Paese. In un messaggio su X, Zelensky ha ribadito la volontà di porre fine alla guerra «in modo rapido e affidabile», ma a condizione che si arrivi a una pace reale.
Tensioni anche sul look – Secondo quanto riportato da Axios, la Casa Bianca avrebbe chiesto espressamente chiarimenti su quale abito indosserà Zelensky per il bilaterale con Trump. Durante l’ultimo incontro, lo stile militare del leader ucraino aveva irritato il presidente statunitense, contribuendo – secondo alcuni funzionari – a un incontro teso nello Studio Ovale. Un dettaglio che riflette la freddezza che circonda questo faccia a faccia.
Putin alza la posta in Alaska – Intanto, al vertice parallelo in Alaska, Vladimir Putin avrebbe avanzato pretese sulle cinque regioni contese dell’Ucraina, insistendo soprattutto su Donetsk, oggi controllata al 75% dai russi. Una posizione talmente rigida da spingere Trump a minacciare l’interruzione dei colloqui: «Se Donetsk è il nodo cruciale e non c’è margine di trattativa, allora semplicemente non dovremmo prolungare questa situazione», avrebbe detto il presidente americano, secondo una fonte citata da Axios. Alla fine, Putin avrebbe ritirato la richiesta.
Attacchi russi a tappeto: morti e feriti tra i civili – Mentre si discute di pace a Washington, il conflitto continua a mietere vittime in Ucraina. A Zaporizhzhia, un attacco russo ha causato almeno tre morti e venti feriti, tra cui un ragazzo di 17 anni. Nella notte, l’aeronautica ucraina ha intercettato 88 droni su 140 lanciati da Mosca, assieme a quattro missili Iskander-M. Colpiti almeno 25 centri urbani tra Donetsk, Kharkiv, Odessa, Sumy, Dnipropetrovsk e Kiev. A Kharkiv, il bilancio di un attacco con droni è salito a sette morti e venti feriti. Tra le vittime, un ragazzo di 16 anni e, secondo le autorità locali, almeno cinque persone risultano disperse. Il sindaco Igor Terekhov ha parlato di «un bambino piccolo» tra le prime vittime segnalate.
Odessa nel mirino dopo l’accordo Socar-ExxonMobil – L’attacco notturno russo alla regione di Odessa ha colpito un deposito petrolifero della compagnia azerbaigiana Socar, danneggiando almeno 17 serbatoi di carburante e una stazione di pompaggio. L’infrastruttura, già colpita l’8 agosto, era tornata sotto i riflettori dopo l’annuncio dell’accordo strategico tra Socar ed ExxonMobil. Secondo fonti vicine al Cremlino, l’operazione militare avrebbe anche un valore simbolico: un messaggio a Baku e Washington sul controllo delle rotte energetiche alternative a quelle russe.
L’ombra delle provocazioni ibride – Il capo dello staff di Zelensky, Andriy Yermak, ha pubblicato – salvo poi rimuovere – un video in cui si vede un blindato russo avanzare con le bandiere di Mosca e degli Stati Uniti. «I russi stanno usando i simboli degli Usa nella loro guerra terroristica», aveva scritto su X, denunciando «un’arroganza totale».
Il presunto attentato al ponte di Crimea – Il Servizio per la sicurezza federale russo (Fsb) ha dichiarato di aver sventato un tentativo di attacco con autobomba al ponte di Crimea. Un veicolo, partito dall’Ucraina e passato per diversi Paesi, sarebbe dovuto arrivare al ponte con un attentatore suicida inconsapevole. L’esplosivo è stato disinnescato, e gli individui coinvolti arrestati, secondo la versione fornita da Mosca.
Unicef: «Proteggere i bambini» – Secondo i dati diffusi da Unicef Ucraina, nel solo mese di luglio 2025 almeno dieci bambini sono stati uccisi e altri 61 feriti a causa degli attacchi e dell’uso di mine. L’agenzia dell’Onu ha ribadito su X: «I bambini devono essere sempre protetti. Gli attacchi devono cessare».
La Cina sollecita la pace – Dalla Cina, un appello alla diplomazia: «Speriamo che tutte le parti coinvolte raggiungano al più presto un accordo di pace equo, duraturo e accettabile», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, in conferenza stampa. Un messaggio che arriva proprio mentre Washington ospita i colloqui tra Trump, Zelensky e i leader europei.
Trump: «I media malati mi attaccano per il vertice con Putin» – In un post su Truth, Trump ha respinto le critiche dei media mainstream, accusandoli di aver travisato la portata del vertice con Putin negli Stati Uniti: «Putin avrebbe preferito incontrarmi ovunque tranne che qui, e i media lo sanno. Ma avrebbero comunque trovato il modo di criticarmi». Parole che rivelano la tensione che aleggia anche sul fronte interno della politica americana.