Aveva cercato riparo dalla guerra, ma è stato ucciso dall’asfalto di una strada italiana. Si è spento nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Padova Vladyslav Malamen, il bambino di 6 anni investito mercoledì pomeriggio mentre attraversava le strisce pedonali in via Noalese, a Santa Maria di Sala, in provincia di Venezia. Era arrivato in Veneto appena il 27 luglio da Odessa, insieme alla madre e al fratello maggiore, fuggendo dal conflitto in Ucraina. Dopo ore di agonia e una dichiarazione di morte cerebrale avvenuta il 21 agosto, il piccolo è deceduto nella serata di ieri. I genitori hanno autorizzato la donazione degli organi.
Travolto mentre seguiva la madre con la spesa – La dinamica dell’incidente è ancora al vaglio dei carabinieri, ma secondo una prima ricostruzione la madre del bambino, Antonina, era in sella a una bicicletta carica di sacchetti della spesa, mentre il figlio camminava dietro di lei. I due stavano attraversando la strada sulle strisce pedonali, di fronte a un bar tabacchi, quando un’auto – una Fiat Panda guidata da un 25enne veneziano – ha tentato di sorpassare un altro veicolo fermo per lasciarli passare. Il bambino è stato colpito in pieno e scaraventato a circa trenta metri di distanza. Il conducente si è subito fermato a prestare soccorso. Le urla della madre, impotente di fronte alla scena, hanno attirato i clienti del bar e i residenti della zona. Le condizioni del bambino sono apparse da subito disperate. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Padova, è stato dichiarato in morte cerebrale il giorno successivo all’impatto.
Accertamenti in corso, il 25enne sarà indagato – La procura di Venezia ha aperto un fascicolo sul caso. Il pubblico ministero Stefano Strino ha annunciato che il 25enne alla guida verrà iscritto nel registro degli indagati. Gli accertamenti puntano a chiarire la velocità del veicolo e l’esatta dinamica del sorpasso in prossimità delle strisce pedonali.
Una famiglia spezzata in fuga dalla guerra – In Veneto, Vladyslav e la sua famiglia erano ospitati nella ex canonica di Murelle, dove vivono altri profughi ucraini accolti grazie alla cooperativa sociale Levante. «Quello che è successo è scioccante», ha commentato Roberto Tuninetti, responsabile del centro. «Mercoledì la madre e il bambino erano usciti insieme, l’altro figlio era rimasto a casa. I testimoni hanno descritto scene strazianti».
Il cordoglio della comunità – «Vladyslav era arrivato poche settimane fa in cerca di pace. La sua vita spezzata sull’asfalto è una ferita che non si può accettare», ha dichiarato la sindaca Sarah Gaiani. «Come sindaca e come cittadina mi unisco al dolore della famiglia».