Un cucchiaio, l’asta di una brandina e una corda di fortuna fatta con indumenti e lenzuola annodate. Così, nella notte tra domenica e lunedì, due detenuti sono riusciti a fuggire dal carcere di Poggioreale, a Napoli, facendo scattare l’ennesimo allarme sulla fragilità del sistema penitenziario italiano. La loro fuga, durata poche ore, si è conclusa a Mondragone, sul litorale casertano, dove sono stati rintracciati e arrestati dalla Polizia Penitenziaria.
La fuga dal carcere e l’arrivo a Mondragone – Protagonisti dell’evasione sono l’algerino Mahrez Souki, 32 anni, e il siriano Kazem Mohmed Elokla, 23 anni. I due, detenuti nel “reparto Salerno”, avevano cominciato a scavare un buco dietro la cucina della cella oltre un mese fa, lavorando di notte con strumenti rudimentali. Il materiale veniva sciolto in acqua e gettato nel water per non lasciare tracce. Intorno alle ore 3 si sono calati dal secondo piano con una corda improvvisata e hanno attraversato la zona di passaggio tra l’edificio e il muro di cinta, priva di sentinelle. Raggiunta via Nuova Poggioreale, si sono dileguati prima dell’arrivo della pattuglia.
I primi momenti da fuggitivi li hanno trascorsi al porto di Napoli, dove – secondo quanto ricostruito – avrebbero bevuto birra e fumato una canna prodotta in cella. Grazie a una banconota da 50 euro (sfuggita ai controlli) nascosta in una scarpa, sono riusciti a prendere un taxi fino a Campi Flegrei e da lì un autobus per Mondragone, dove uno dei due aveva un vecchio domicilio. La cattura è avvenuta in due momenti distinti: prima il siriano, poi, in tarda mattinata, l’algerino. I due si erano separati, forse per depistare le ricerche, ma si ritiene che abbiano viaggiato insieme fino al Casertano, probabilmente con l’aiuto di terzi. Uno di loro risulta già evaso in passato, nel 2019 e nel 2020, da carceri in Spagna e Francia. Ora si trovano in isolamento e hanno chiesto il trasferimento in un altro istituto.
Sindacati: “Sistema al collasso” – Il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci, denuncia come l’evasione sia l’ennesima prova di un sistema ormai al limite: “Hanno approfittato della oramai ridotta presenza di personale di Polizia Penitenziaria nel mese di agosto per i necessari controlli, ma l’evento è più che mai significativo delle condizioni in cui versa la stragrande maggioranza degli istituti penitenziari italiani”. Secondo Beneduci, anche al di fuori del periodo estivo la carenza di organico è cronica: “Nelle carceri napoletane il personale è mediamente sotto del 30% rispetto a quanto previsto”. Duro anche l’intervento del S.PP, con il segretario generale Aldo Di Giacomo che chiede le dimissioni del sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro: “La situazione è drammatica, nessuno si prende la responsabilità di quanto denunciamo da sempre”.
Capece (Sappe): “Riaprire Pianosa e Asinara” – Per il Sappe, l’evasione rappresenta un fatto di “estrema gravità”. Il segretario generale Donato Capece sottolinea la drammatica sproporzione tra capienza e presenze a Poggioreale: “A fronte di una capienza regolamentare di 1.624 posti, il carcere ospita oggi 2.150 detenuti, di cui solo il 30% in via definitiva. La pianta organica prevede 828 agenti, ma ne sono in servizio circa 670, con un deficit del 20%”. Capece denuncia turni massacranti e appelli rimasti inascoltati: “Il personale è stremato, costretto ad accorpamenti di posti di servizio che compromettono sicurezza e salute degli agenti. Serve un impegno strutturale e coraggioso da parte del Governo”. Il sindacalista rilancia anche proposte drastiche: “I detenuti stranieri che si rendono protagonisti di evasioni o aggressioni devono essere espulsi. Per i connazionali si riaprano le colonie penali come Pianosa e Asinara. Per chi ha problemi psichiatrici si valuti la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari”.
De Cinto (Uilpa): “La toppa non basta più” – Secondo il segretario generale della Uilpa Gennarino De Cinto, il merito della cattura va al lavoro del nucleo investigativo centrale, ma il sistema resta fragile: “Ancora una volta la Polizia Penitenziaria ha messo una toppa, ma oltre al buco aperto a Poggioreale, restano tutte le falle di un sistema penitenziario collabente”. De Cinto sollecita un intervento diretto del ministro della Giustizia Carlo Nordio e del Governo Meloni: “Battano un colpo”.
Con.si.pe.: “Sorveglianza notturna affidata a 30 agenti su 2.100 detenuti” – A chiudere il coro di denunce è la Confederazione Sindacale della Polizia Penitenziaria (Con.si.pe.), che parla di sicurezza “al collasso”. Durante il servizio notturno, una trentina di agenti sono costretti a vigilare su oltre 2.100 detenuti. “Il reparto sentinelle, abolito per l’inagibilità del muro perimetrale, avrebbe rappresentato un deterrente contro evasioni e introduzione di droga tramite droni. A Poggioreale mancano circa 200 agenti rispetto alla pianta organica prevista. Un solo agente arriva a dover sorvegliare fino a 100 detenuti. È una situazione insostenibile”.