Teverola, l’appello di un paziente talassemico: “Senza sangue non possiamo vivere”

di Antonio Taglialatela

In Campania l’estate porta con sé non solo afa e vacanze, ma anche un problema silenzioso e drammaticamente ricorrente: la carenza di sangue. A lanciare un accorato appello è Giuseppe Sardo, 45 anni, residente a Teverola (Caserta), e affetto da talassemia, una malattia genetica che rende indispensabili trasfusioni periodiche per sopravvivere.

«La donazione di sangue non è solo un atto di solidarietà: è vita, è speranza, è un dono che salva», scrive in una lettera inviata alla nostra redazione per sensibilizzare la cittadinanza sull’emergenza in corso. Un’emergenza che, ogni anno, raggiunge livelli critici proprio nei mesi estivi e, in particolare, nel periodo di Ferragosto.

Terapie salvavita a rischio – La talassemia, spiega Sardo, è una malattia che comporta una produzione insufficiente di emoglobina e globuli rossi. «Per molti di noi, le trasfusioni sono indispensabili. Senza sangue, semplicemente, non possiamo vivere». A risentirne della carenza, però, non sono solo i pazienti talassemici, ma anche malati oncologici, trapiantati e persone coinvolte in gravi incidenti. Il Centro Trasfusionale dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, dove Giuseppe riceve le sue cure, rappresenta un punto di riferimento regionale per centinaia di pazienti. Ma oggi le scorte si assottigliano pericolosamente. «Soprattutto i gruppi rari, come lo 0 e quelli con fattore Rh negativo, scarseggiano», dice.

Il ruolo della Fithad – Sardo collabora da tempo con la Fondazione Italiana Leonardo Giambrone (Fithad), presieduta dalla dottoressa Angela Iacono, impegnata da anni nel promuovere la cultura della donazione. Ma servono nuove energie. «Sentiamo la necessità di un maggiore coinvolgimento della comunità, in particolare dei giovani, che spesso non conoscono l’importanza di questo gesto semplice e vitale».

Un appello alla coscienza collettiva – In una società sempre più frenetica e distratta, l’appello di Giuseppe è un invito alla responsabilità. Un promemoria umano, diretto, urgente. Perché donare il sangue non costa nulla, ma può significare tutto per chi lotta ogni giorno per vivere. Chiunque sia in buona salute e abbia tra i 18 e i 65 anni può diventare donatore. E in questo momento, farlo significa davvero fare la differenza.

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