L’Associazione Mondragone Bene Comune (Ambc) torna a puntare l’attenzione sulla prevenzione e gestione degli incendi boschivi, sollevando dubbi sull’operato dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Lavanga. Nel mirino, in particolare, l’obbligo di censire e delimitare annualmente le aree percorse dal fuoco, come previsto dalla Legge quadro 353 del 21 novembre 2000. «Ma il comune di Mondragone censisce e delimita annualmente le aree percorse dal fuoco?», domanda l’associazione, collegando la questione alle recenti emergenze ambientali.
La nota dell’Ambc – «Vogliamo innanzitutto complimentarci con don Lorenzo Albano per il ritorno della processione del 15 agosto a Baia Felice, senza fuochi d’artificio, a dimostrazione che la tendenza ad assecondare forme di devozione che sembrano ispirate a una deificazione idolatrica di Maria non è – per fortuna – diffusa dappertutto. Intanto, un certo clero (almeno) disattento continua a non considerare che la “politica devota” ha il solo obiettivo di strumentalizzare il divino per piegarlo ai propri bisogni immediati e continua a tollerare (a subire?) che in alcune processioni e in alcuni sbarchi vi siano infiltrazioni, che non fanno che picconare il rapporto col sacro e inquinare la stessa pietà popolare».
L’Ambc ricorda come, mentre il Parco Nazionale del Vesuvio ha fatto i conti con un vasto incendio – forse di origine dolosa – che ha distrutto centinaia di ettari di vegetazione, anche «parte della nostra montagna è andata a fuoco», fenomeno che si ripete «puntualmente ogni anno (e anche più di una volta all’anno)». L’associazione sottolinea la necessità di indagini per accertare la natura degli incendi e avverte sui rischi legati a «strade sbarrate, bed & breakfast che spuntano come funghi e pericolosi lavori che potrebbero alterare l’assetto morfologico e idrogeologico».
Gli obblighi previsti dalla legge – L’Ambc richiama l’articolo 10 della legge 353/2000, che impone ai Comuni di aggiornare entro 90 giorni dall’estinzione di un incendio la mappatura delle aree colpite e di trasmettere i dati a Regione e Ministero dell’Ambiente. «Domanda: il Comune di Mondragone a guida Lavanga, il “padre del dissesto”, ottempera a tutto ciò?», chiede l’associazione. Secondo l’Ambc, il catasto delle aree percorse dal fuoco è «un potente strumento normativo» che, legando la storia degli incendi a vincoli di lungo periodo, rende «anti-economica e illegale la speculazione post-incendio» e favorisce il recupero del patrimonio boschivo.
L’appello alla protezione civile locale – L’associazione chiede infine al sindaco Lavanga, quale autorità locale di protezione civile, di chiarire «quale rafforzamento delle attività di sorveglianza, di allarme e di sensibilizzazione pubblica abbia messo in piedi, anche in adesione alla dichiarazione dello stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi – anno 2025 della Regione Campania».