Era irreperibile da mesi, braccato tra Italia e Albania, ma la sua corsa si è interrotta a un valico di frontiera in Ungheria. K.I., 40enne albanese residente a Barletta e già sorvegliato speciale, è stato arrestato mentre cercava di oltrepassare il confine serbo a bordo di un autobus di linea. Su di lui pendeva un mandato d’arresto europeo per detenzione, in concorso, di oltre 24 chilogrammi di cocaina, oltre a un’indagine per l’omicidio aggravato dal metodo mafioso di Francesco Diviesti, scomparso a Barletta il 25 aprile scorso.
L’operazione è scattata su disposizione della Procura di Trani e del giudice per le indagini preliminari, grazie al lavoro congiunto della Direzione investigativa antimafia di Bari, del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e delle autorità ungheresi. Dopo l’arresto, l’uomo è stato estradato in Italia e trasferito nel carcere di Rebibbia.
Gli inquirenti ritengono che K.I., insieme a due cittadini italiani arrestati in flagranza nel dicembre 2024, abbia gestito e occultato l’ingente carico di cocaina all’interno di un box nella zona artigianale di Barletta. Parte della droga – oltre 11 chilogrammi – era già stata sequestrata durante un blitz della Polizia giudiziaria, operazione convalidata dalla Procura di Trani.
Le indagini, basate su intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e appostamenti, hanno consentito di ricostruire i movimenti dell’albanese e di confermare la sua partecipazione al traffico di stupefacenti. Da aprile scorso l’uomo si era reso irreperibile, spingendo le autorità italiane a estendere le ricerche anche in Albania, con il supporto dell’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza di Tirana.
Ora, il 40enne dovrà rispondere davanti ai giudici non solo del maxi-sequestro di cocaina, ma anche del suo presunto coinvolgimento nel delitto mafioso di Diviesti, su cui sta indagando la Dia barese. IN ALTO IL VIDEO