Addio ad Hulk Hogan, leggenda del wrestling: morto a 71 anni per arresto cardiaco

di Redazione

È morto Hulk Hogan, l’icona indiscussa del wrestling mondiale. Aveva 71 anni. Il decesso è avvenuto nella sua abitazione di Clearwater, in Florida, dove i soccorritori lo hanno trovato privo di sensi in seguito a un arresto cardiaco. La notizia è stata riportata da TMZ Sports, secondo cui ambulanze e auto della polizia si sono precipitate sul posto nelle prime ore del mattino. Hogan è stato trasportato in barella, ma per lui non c’è stato nulla da fare.

Le ultime settimane e la smentita della moglie – Solo poche settimane fa, la moglie Sky Daily Bollea aveva smentito con fermezza le voci secondo cui il marito fosse in coma: «Il suo cuore è forte», aveva assicurato, spiegando che l’ex campione stava recuperando da un intervento chirurgico al collo subito nel mese di maggio. Le stesse indiscrezioni su un suo presunto peggioramento, circolate già a giugno, erano state minimizzate da fonti vicine alla famiglia come semplici complicazioni post-operatorie.

L’uomo che rese il wrestling uno spettacolo globale – Con il suo fisico imponente, la bandana, i baffi biondi a ferro di cavallo e il celebre urlo «Whatcha gonna do when Hulkamania runs wild on you?», Hulk Hogan – all’anagrafe Terry Eugene Bollea – ha segnato un’epoca, trasformando il wrestling da spettacolo di nicchia a fenomeno globale. Nato l’11 agosto 1953 a Augusta, in Georgia, ha raggiunto l’apice della popolarità tra gli anni ’80 e ’90, diventando sei volte campione WWF/WWE e sei volte campione WCW. L’incontro contro André the Giant a WrestleMania III, nel 1987, resta uno dei momenti più iconici della storia della disciplina. Memorabili le sue sfide con The Ultimate Warrior, Macho Man Randy Savage, The Rock, e la svolta del 1996, quando scioccò i fan reinventandosi come “Hollywood Hogan” e fondando la stable NWO – New World Order, cambiando per sempre le dinamiche dello show business del wrestling.

Cinema, tv e successi fuori dal ring – Hogan non è stato solo un lottatore. Ha avuto una carriera di successo anche nel cinema e in televisione: il suo debutto sul grande schermo avvenne nel 1982 in Rocky III, accanto a Sylvester Stallone, nei panni del lottatore Thunderlips. Ha poi recitato in film come Mr. Nanny, Suburban Commando e No Holds Barred, ed è stato protagonista del reality Hogan Knows Best su VH1, che raccontava la vita quotidiana della sua famiglia.

Luci e ombre: tra scandali e riabilitazione – Nel 2005 fu introdotto nella WWE Hall of Fame, ma dieci anni dopo ne fu rimosso a causa di commenti razzisti pronunciati in una conversazione privata. Dopo una battaglia legale con il sito Gawker, che aveva diffuso un video privato, vinse una causa multimilionaria. Nel 2020 fu riammesso nella Hall of Fame come membro del NWO.

La battaglia con il dolore – La carriera di Hogan ha lasciato segni profondi sul suo corpo. Ha subito più di dieci interventi chirurgici alla schiena, oltre a operazioni a ginocchia, spalle e anche. A un certo punto, disse con ironia: «Non mi è rimasta nemmeno una parte del corpo originale». Per anni ha lottato contro una dipendenza da antidolorifici, affrontando un percorso difficile per uscirne.

Il ritorno in scena e il legame con Trump – Lo scorso anno Hogan è tornato sotto i riflettori come ospite d’onore della Convention Repubblicana a Milwaukee, dove ha strappato la maglietta sul palco in stile anni ’80 per esprimere il suo sostegno a Donald Trump, definendolo «un vero americano» e «il mio eroe». A maggio 2025 aveva anche annunciato il lancio di una nuova lega amatoriale di wrestling, la Real American Freestyle, con il primo evento previsto il 30 agosto su Fox Nation.

Un’eredità incancellabile – Amato da milioni di fan in tutto il mondo, Hulk Hogan ha incarnato l’archetipo del campione larger-than-life, capace di ispirare, emozionare e divertire intere generazioni. Il suo impatto va ben oltre il ring: è stato un simbolo culturale, un personaggio entrato nell’immaginario collettivo. La sua morte segna la fine di un’epoca, ma il mito di Hulkamania continuerà a vivere.

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