Mondragone (Caserta) – Due anni di intenso lavoro, contraddistinti da sei mesi di riprese, due mesi di prove e un anno di ricerche per realizzare l’ultima opera cinematografica del regista Pietro Ciriello su Mondragone, sulla sua storia e su quella della Madonna col bambino. Stiamo scrivendo de “L’Epilogo”, ambientato nel 1595 a Mondragone, in cui si narrano le gesta eroiche di due monaci benedettini martiri intenzionati a salvare un’immagine sacra dalle mire incendiarie e distruttive dei Saraceni. “Il film, grazie anche al patrocinio e al supporto logistico dell’amministrazione comunale sarà proiettato e presentato al pubblico il prossimo 30 agosto alle ore 20 in piazza Liberato Conte – ex Molo – ha esordito Pietro Ciriello – Tale opera nasce per l’amore verso la mia terra e per le sue radicate tradizioni, per l’arte iconica che vede un uomo del 2025 raccogliere il linguaggio di un pittore del medioevo e filtrarlo, mediante il cinema, al giovane d’oggi”.
Il lungometraggio è incentrato sulla leggendaria storia del salvataggio miracoloso dell’icona raffigurante la patrona di Mondragone, la Vergine Maria col titolo di Incaldana, che venne rinvenuta intatta dopo il saccheggio dei Saraceni. “Si tratta di una vicenda quella raccontata nel film, in parte frutto di alcune ricerche condotte per un anno sulla prodigiosa immagine, ma nel contempo è anche una mia personale interpretazione e una mia rilettura cinematografica sulla leggenda e sull’anno più freddo registrato nell’ultimo millennio: il 1595. – ha aggiunto Pietro Ciriello – Immaginaria, ma verosimile è anche l’impresa narrata dei due monaci: Berardo e Achille, rispettivamente interpretati da Italo Nicoletta e da Gianluca Marra, che hanno tentato in ogni modo di salvaguardare e preservare la sacra tavoletta su cui era stata impressa (come avveniva al tempo) l’immagine della madre di Gesù. Il film ha immortalato ed evidenziato, pure tutta la bellezza e il valore estetico, culturale e tradizionale di alcuni luoghi simbolo della città: vedi il monastero benedettino di S. Anna a monte, la cava del pregiatissimo marmo di Mondragone, la rocca sul Petrino, il Tempio laico come luogo di riposo dei viandanti. Nel contempo – ha precisato Ciriello – ha messo in luce la missione di riscatto di questa terra messa in cantiere già 400 anni fa dai monaci benedettini che cercavano attraverso la cultura di emancipare le classi povere delle gens sinuessane”.
Sulla vicenda del salvataggio dell’immagine sacra Ciriello ha deciso di non annunciare nulla e sarà il pubblico a scoprire cosa accadrà dopo aver visto tutto d’un fiato il lungometraggio. Le riprese delle scene sono avvenute mediante l’ausilio delle telecamere steady-cam che seguono l’operatore mantenendo stabile le immagini in esterna. Alcuni episodi sono stati realizzati su dolly pertinenti le riprese sul cestello a 10 metri di altezza, al fine di raccontare un punto di vista “altro”. “I due, straordinari attori protagonisti Gianluca Marra (don Achille nel film) e Italo Nicoletta (fra Berardo nella storia) – ha sottolineato Ciriello – hanno provato con me nelle riprese delle scene, ricorrendo al metodo Stanislawskij ed esaltando l’umanità, l’umiltà, la forza e la determinazione di uomini di cultura d’altri tempi. Senza di loro non sarei riuscito a realizzarlo questo film!”.
Ma Pietro Ciriello, raggiunto telefonicamente, ha voluto ringraziare ed encomiare tutti coloro che hanno dato un contributo alla realizzazione di tale opera: “Eccellenti sono state anche le interpretazioni di Luigi Di Lorenzo e Domenico Fastampa. Giampaolo Iaderosa e il direttore della fotografia Luca Fastampa hanno fattivamente dato un notevole contributo nelle riprese. Strabilianti gli abiti di fine 1600 a cura di Antonio Taglialatela, a cui sono stati commissionati circa 50 costumi di quel periodo. Grande il supporto del fabbro per le spade, e altri artefizi scenici. Che dire poi della scenografa Luisa Piezzo che ha riprodotto fedelmente una barca ottomana dell’epoca. Le luci e gli effetti neve e bufera, sono stati curati da Ivan Tipaldi e Raibows. Circa 40 sono state le comparse. Eccellente, infine, il lavoro della pittrice Amelia che ha elaborato una icona secolare, ma con rivitalizzazione nei colori e nella luminosità. Un doveroso ringraziamento va anche al produttore Arione Srl, al compositore delle musiche, il professore Manuel Zito, a Mario Taglialatela per la sua partecipazione straordinaria e al segretario di produzione Luigi Mascolo”. Hanno dato il loro contributo fattivo poi, Bruno Ciriello (Trovarobe) e i macchinisti Davide e Gino Di Lorenzo, Pasquale Prisco ed Emanuele Supino.