Un titolo che è già una sfida: “Telemedicina e utilizzo dell’intelligenza artificiale e della robotica: ipotesi di responsabilità medica”. È stato questo il filo conduttore del convegno tenutosi nel nuovo Palazzo di Giustizia, dove giuristi, medici e studiosi si sono confrontati su un tema di crescente attualità: come cambia la responsabilità medica nell’era della tecnologia?
L’incontro ha offerto una riflessione ad ampio raggio sulle trasformazioni che l’intelligenza artificiale, la robotica e la telemedicina stanno imprimendo alla pratica sanitaria. Tecnologie che promettono diagnosi più rapide, interventi più precisi, monitoraggi continui anche a distanza. Ma che, al tempo stesso, pongono interrogativi giuridici profondi: chi risponde di un errore? Il medico, il programmatore, l’ospedale o l’algoritmo?
Tra i relatori intervenuti, il professor Claudio Buccelli, ordinario di Medicina Legale all’Università Federico II di Napoli, ha posto l’accento sulla necessità di “una riflessione necessaria per garantire tutela al paziente senza disincentivare l’innovazione”. Una sfida, questa, che impone di ridefinire i confini della responsabilità professionale, alla luce di strumenti che oggi intervengono — in modo sempre più autonomo — nei processi decisionali clinici.
Ai nostri microfoni anche il professor Franco Corcione, presidente emerito della Società Scientifica Italiana di Chirurgia, e l’avvocato Fabio Foglia Manzillo, esperto in diritto sanitario. Entrambi hanno evidenziato come l’evoluzione tecnologica non possa essere arrestata, ma vada governata con strumenti normativi adeguati, capaci di bilanciare le esigenze di innovazione con la tutela della salute e dei diritti dei pazienti. IN ALTO IL VIDEO