Un’organizzazione ben strutturata, mascherata da normale attività commerciale, è finita nel mirino della Guardia di Finanza di Salerno, che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di tre persone, indagate per sfruttamento della prostituzione. Il provvedimento è stato emesso in seguito a una decisione del Tribunale del Riesame, che ha parzialmente accolto l’appello del Pubblico Ministero contro la precedente ordinanza del giudice per le indagini preliminari.
L’operazione è il risultato di un’articolata attività investigativa condotta dalla Procura della Repubblica e dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Scafati, che hanno portato avanti accertamenti tecnici, perquisizioni e sequestri.
Secondo quanto emerso dalle indagini, i tre indagati – una coppia di coniugi, titolari delle attività, e un loro dipendente – erano alla guida di una rete che, dietro la facciata di centri massaggi apparentemente regolari, celava un’attività sistematica di sfruttamento sessuale. Le operatrici impiegate all’interno delle strutture venivano infatti costrette a offrire prestazioni di natura sessuale, mentre l’organizzazione si occupava di promuovere i “servizi” su diversi siti internet, attirando così una clientela selezionata e consapevole della reale natura dell’offerta.
L’inchiesta ha svelato come l’apparente legalità delle attività fosse solo un paravento per un giro ben rodato e redditizio, che sfruttava il bisogno e la vulnerabilità delle donne coinvolte. Grazie all’intervento degli inquirenti, si è messo fine a un meccanismo basato su inganno, profitto illecito e degrado umano, restituendo dignità a una realtà altrimenti invisibile.