Avevano scelto uno spiazzo alberato di Villa Doria Pamphilj per una partita di pallavolo tra amici, in un tardo pomeriggio d’inizio estate. Un’uscita tra risate e spensieratezza che, poco prima delle ore 20, si è tramutata in uno scenario raccapricciante. Due corpi senza vita – quello di una donna e quello di una bambina piccolissima – sono stati rinvenuti a meno di duecento metri di distanza l’uno dall’altro. Due scoperte separate, ma avvenute nel giro di pochi minuti. Due orrori forse collegati, forse no: a tentare di ricostruire il puzzle, adesso, sono la magistratura e la polizia scientifica.
«Stavamo giocando a pallavolo nello spiazzo, poi una delle ragazze si è appartata per i suoi bisogni e ha iniziato a urlare», racconta una delle testimoni che per prima ha avvistato il corpo della donna. Il cadavere era nascosto in un sacco nero, in una zona appartata del parco, parzialmente coperto dalla vegetazione. «Spuntava un braccio, il sinistro, era come ripiegato sulla testa – ha riferito la giovane al Corriere della Sera – Aveva una canottierina chiara addosso. Appena l’ho vista, ho capito subito che era morta. Mi sono allontanata, ero sotto shock».
La ragazza ha avvisato il resto del gruppo. I ragazzi, increduli, si sono dapprima avvicinati al sacco per capire cosa stesse succedendo. Poi, senza perdere tempo, hanno raggiunto una pattuglia della polizia che, nel prato vicino, era già impegnata in un’altra scena drammatica: quella del ritrovamento di una bambina di età compresa tra i 6 e i 12 mesi. Il corpo della piccola, senza vita, era stato individuato poco prima da un uomo di passaggio, che ha subito lanciato l’allarme.
«Sembrava un bambolotto, non avrei mai pensato che si potesse trattare di un essere umano. Dalla stradina si vedeva solo un fianco, nascosto tra i rovi. Non ci posso credere», ha dichiarato, visibilmente sconvolto. Sul posto sono intervenuti immediatamente polizia, carabinieri, vigili del fuoco e sanitari del 118. Una donna presente sulla scena, scioccata dalla visione del corpicino, si è sentita male ed è stata assistita dagli operatori sanitari: «Io ero nel panico, non sapevo cosa fare. Sono distrutta, mi sento svenire», ha ripetuto più volte.
A coordinare le indagini è il sostituto procuratore Antonio Verdi, che ha raggiunto il parco per un primo sopralluogo. «Si tratta di una situazione complicata – ha dichiarato – non si sa ancora se le due vittime siano collegate». Eppure, a rendere inevitabile il sospetto di un nesso tra i due ritrovamenti, è la distanza minima tra i corpi e la contemporaneità degli eventi. La pista dell’omicidio appare la più plausibile per entrambe le vittime: sul corpo della bambina, in particolare, sarebbero stati riscontrati segni evidenti di violenza.
Sarà l’analisi del Dna a chiarire se esista un legame biologico tra la donna e la bambina – forse madre e figlia – ma al momento non si esclude alcuna ipotesi. Potrebbero essere due vite spezzate dallo stesso assassino, oppure due tragedie che, per un crudele caso del destino, si sono consumate nello stesso luogo.