Un’altra notte di fuoco ha scosso il Medio Oriente, proiettando l’intero scacchiere internazionale verso una nuova, drammatica escalation. Teheran ha lanciato missili su Israele, colpendo anche Tel Aviv e Gerusalemme. Il bilancio è pesante: almeno dieci morti e oltre 200 feriti. La rappresaglia iraniana arriva a pochi giorni dai controversi raid israeliani contro i siti nucleari della Repubblica Islamica. Secondo Israele, neanche la guida suprema Ali Khamenei sarebbe più “off limits”.
Teheran, intanto, alza il livello dello scontro e avverte che “Israele ha passato la linea rossa” colpendo impianti nucleari, considerati da diritto internazionale obiettivi inviolabili. “Questa volta il regime sionista ha oltrepassato una nuova linea rossa del diritto internazionale, attaccando siti nucleari, vietati in qualsiasi condizione”, ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, in un discorso intriso di accuse e toni minacciosi.
Trump chiamato in causa: “L’Iran nel mirino, ma gli Usa non c’entrano” – Secondo quanto riportato da Axios, Israele avrebbe chiesto nelle ultime 48 ore all’amministrazione Trump un coinvolgimento diretto nel conflitto, puntando a una coalizione militare per smantellare definitivamente il programma nucleare iraniano. Il presidente americano, però, prende le distanze: “Gli Stati Uniti non hanno nulla a che fare con l’attacco all’Iran di stasera”, ha scritto su Truth, pur lanciando un monito durissimo: “Se venissimo attaccati in qualsiasi modo dall’Iran, tutta la forza e la potenza delle Forze Armate statunitensi si abbatterebbero su di noi a livelli mai visti prima”. Intanto, i Pasdaran minacciano l’Occidente: “Pronti 2mila missili” e mettono nel mirino le basi statunitensi, francesi e britanniche in Medio Oriente nel caso di un supporto continuato a Israele.
Gaza sotto assedio, almeno 12 morti: colpiti centri di assistenza – Mentre la guerra si infiamma su scala regionale, continua la tragedia quotidiana nella Striscia di Gaza. Le autorità sanitarie locali, citate dai media internazionali, hanno confermato l’uccisione di almeno 12 palestinesi in attacchi condotti dall’aviazione Gaza Humanitarian Foundation israeliana. Cinque di loro sono morti nei pressi di due centri di assistenza della (Ghf), situati a Netzarim e Rafah. Altri sette hanno perso la vita in un raid su Beit Lahiya. I medici dell’ospedale Al-Awda, nella Striscia centrale, hanno denunciato che decine di persone sono rimaste ferite mentre cercavano rifugio presso i centri della Ghf. Le immagini che circolano raccontano una popolazione allo stremo, tra macerie e sirene d’allarme incessanti.
Araghchi: “Difesa legittima, ma pronti al dialogo interrotto” – Nonostante il clima da guerra totale, Araghchi insiste sulla legittimità dell’azione iraniana, che definisce “difesa legittima contro l’aggressione”. Il ministro ha aggiunto: “Questa difesa è la nostra risposta all’aggressione. Se l’aggressione cessa, naturalmente cesseranno anche le nostre risposte”. Parole che non escludono del tutto il ritorno alla diplomazia. Proprio oggi, a Muscat, era previsto un nuovo round di colloqui tra Stati Uniti e Iran sul futuro del programma nucleare, saltato all’ultimo momento. “Eravamo pronti a presentare un piano che poteva portare ad un accordo”, ha rivelato Araghchi, ribadendo che Teheran non accetterà mai “un’intesa che privi l’Iran del diritto ad attività nucleari pacifiche”.
Netanyahu: “Tredici israeliani uccisi dai raid iraniani” – Sul fronte israeliano, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha comunicato che dall’inizio degli attacchi iraniani sono 13 i cittadini uccisi. Le Forze di Difesa israeliane hanno lanciato un appello alla popolazione iraniana, invitandola a lasciare le zone vicine alle installazioni militari, segnando un possibile preludio ad altri bombardamenti mirati.
Gli Houthi si uniscono alla guerra: “Missili ipersonici su Israele” – A complicare ulteriormente il quadro, si registra il coinvolgimento diretto dei ribelli Houthi dello Yemen, alleati dell’Iran. Il gruppo ha rivendicato il lancio di “diversi missili balistici ipersonici Palestine 2” verso Israele. Si tratta, secondo quanto dichiarato in un comunicato, di “un’operazione militare contro obiettivi sensibili nel centro di Israele”, coordinata con l’esercito iraniano.