Napoli, una “Casa Comune” ai Quartieri Spagnoli per giovani con disabilità cognitive

di Redazione

Napoli A 26 anni Guido è pronto a varcare la soglia della sua nuova casa. Non una qualsiasi, ma un appartamento confiscato alla camorra e trasformato in un luogo di accoglienza, crescita e riscatto. È qui, in via del Formale, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, che prende forma Casa Comune, il primo esperimento di co-housing per giovani con disabilità cognitive a Napoli. Un modello rivoluzionario, che intreccia autonomia abitativa, formazione professionale e rigenerazione urbana.

Frutto della collaborazione tra Foqus – Fondazione Quartieri Spagnoli, il Comune di Napoli, Guber Banca, Enel Cuore, Fondazione Etica, il Consorzio Co.Re e l’Associazione AQS, il progetto è stato ufficialmente presentato a Palazzo San Giacomo, alla presenza degli assessori Luca Trapanese (Welfare) e Antonio De Iesu (Beni Confiscati), insieme al direttore di Foqus, Renato Quaglia. “Pensare a un co-housing dove svolgere anche attività produttive o di accoglienza – ha spiegato Quaglia – significa dare a questi ragazzi ancora più responsabilità e indipendenza, in continuità con i programmi già avviati nel nostro Centro Argo”.

Dal 2016, infatti, Centro Argo accompagna giovani con sindrome dello spettro autistico e sindrome di Down in percorsi di valorizzazione delle proprie capacità personali e lavorative. Casa Comune ne rappresenta l’evoluzione concreta: due sedi, una in via Portacarrese a Montecalvario, all’interno della stessa Foqus, e l’altra in via del Formale, completamente ristrutturata dopo anni di abbandono. Quest’ultima, 200 metri quadri su due livelli con terrazza, è stata restituita alla collettività grazie a un originale strumento finanziario promosso da Guber Banca: un conto deposito vincolato con cui la banca ha contribuito con un ulteriore 0,50% annuo delle somme depositate alla ristrutturazione dell’immobile. Un’idea nata nel 2022 insieme a Fondazione Etica e Foqus, che ha trovato immediato riscontro da parte dei risparmiatori. “Abbiamo creduto in questo progetto fin dall’inizio – ha dichiarato Francesca Bazoli, presidente di Guber Banca – perché rappresenta un segno potente di rigenerazione sociale. Non è solo un’operazione di bilancio, ma una scelta di identità: essere banca, per noi, significa partecipare al cambiamento”.

Al finanziamento degli arredi ha contribuito Enel Cuore, che ha scelto di sostenere il progetto anche per la sua ricaduta sociale concreta. “Casa Comune – ha sottolineato Andrea Valcalda, segretario generale di Enel Cuore – promuove opportunità di crescita per giovani con disabilità intellettiva attraverso percorsi di formazione e attività come la produzione di tavolette di cioccolato o l’avvio di un B&B sociale. È un’iniziativa che coniuga inclusione, sostenibilità e valorizzazione del territorio”.

Il Comune di Napoli ha messo a disposizione il bene sequestrato, accogliendo la proposta dell’Ati dei Quartieri Spagnoli e partecipando alle spese di ristrutturazione grazie ai fondi della legge 112/2016, cosiddetta “Dopo di Noi”. “Il rispetto e la dignità che questo progetto riserva ai più fragili – ha dichiarato l’assessore Trapanese – sono un esempio concreto di inclusione. Il nostro impegno è stato totale, con l’obiettivo di accompagnare questi ragazzi verso una vera autonomia”. “Destinare un bene confiscato alla camorra a un gruppo di giovani con autismo – ha aggiunto l’assessore De Iesu – è una risposta forte e chiara: sottrarre spazi alla criminalità per restituirli alla parte più virtuosa della nostra comunità”. Un concetto ribadito anche da Camilla Turelli, direttrice della Fondazione Etica: “Con Casa Comune dimostriamo che il risparmio privato può diventare motore di sviluppo economico e risposta alle esigenze di una comunità”.

A Casa Comune i giovani saranno accolti a rotazione, in gruppi, per soggiorni temporanei dal lunedì al giovedì. Sedici i posti letto disponibili, sempre sotto la supervisione di operatori formati. L’obiettivo è testare e rafforzare la loro capacità di vivere e lavorare in autonomia, fuori dal contesto familiare. Ma non solo. Nel fine settimana, lo spazio si trasformerà in una struttura ricettiva: un B&B sociale, gestito dagli stessi ragazzi, per accogliere chi arriva a Napoli con l’intenzione di scoprire il volto più autentico della città. Quello della solidarietà, della rinascita, della giustizia sociale. Un’esperienza che unisce turismo responsabile e impegno civile, valorizzando una rete di realtà attive tra i Quartieri Spagnoli, la Sanità e l’eredità filosofica di Antonio Genovesi e Gaetano Filangieri, teorici del “diritto alla felicità” già nel Settecento. IN ALTO IL VIDEO

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