Per due giorni, Napoli diventerà il cuore pulsante della salute pubblica italiana. Il 16 e 17 giugno, il Centro Congressi della Stazione Marittima ospiterà la prima edizione degli Stati Generali della Prevenzione, evento promosso dal Ministero della Salute che promette di tracciare un nuovo corso per le politiche sanitarie nazionali.
Un appuntamento inedito, che vedrà riuniti per la prima volta in un’unica sede i principali attori della prevenzione: medici, ricercatori, esperti di salute pubblica, ambientale e sociale, operatori del benessere e rappresentanti istituzionali. Una chiamata collettiva a fare fronte comune contro le malattie, agendo prima ancora che si manifestino. Invitati a partecipare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a testimonianza dell’alto profilo dell’iniziativa.
A guidare il progetto è Maria Rosaria Campitiello, capo del Dipartimento della Prevenzione del Ministero della Salute, che sottolinea: «La prevenzione è il farmaco più efficace che abbiamo a disposizione. Questo evento nasce con l’obiettivo di portare la prevenzione al centro del dibattito pubblico, non come atto episodico ma come fondamento di una nuova cultura sanitaria nazionale». La scelta della città partenopea non è casuale. «Napoli per me è molto più che un luogo simbolico. È la città dove mi sono formata, dove ho dedicato gli anni più intensi della mia carriera ai pazienti. Ma è anche il punto di partenza di un percorso che deve colmare disuguaglianze evidenti», spiega Campitiello.
E le cifre parlano chiaro. Se al Nord l’adesione agli screening oncologici supera il 50%, in molte aree del Sud e delle Isole si resta lontani da queste soglie. In Campania, ad esempio, solo il 36% delle donne si sottopone a mammografia, il 30% agli screening cervicali e appena il 24% a quelli per il colon-retto. Inoltre, secondo i dati Istat, la speranza di vita alla nascita a Napoli è di 80,6 anni, sensibilmente inferiore alla media nazionale. «Scegliere Napoli significa anche riconoscere la necessità di un riequilibrio territoriale – continua Campitiello –. Vogliamo una sanità che non sia solo curativa ma inclusiva, accessibile e vicina alle persone, in ogni angolo del Paese». IN ALTO IL VIDEO