Caserta, a San Leucio un raduno motociclistico “sulle strade della seta”

di Redazione

Caserta – 80 moto da sogno in mostra, 60 iscritti al Motoraduno, centinaia di motociclisti di ogni genere e categoria, numerosi gruppi di bikers, “semplici” cittadini e oltre 100 visitatori rapiti dal fascino del Museo della Seta. Non una semplice kermesse, ma un inno all’amore per le due ruote e la bellezza, un matrimonio perfetto tra eleganza motociclistica e cultura, celebrato nella cornice senza tempo del Belvedere di San Leucio, gioiello Unesco che ha respirato per il secondo anno l’adrenalina dei motori.

Domenica 27 aprile, il Motoclub Aquile su 2 Ruote guidato dal presidente Giuseppe Landolfi ha scritto una pagina indimenticabile organizzando il primo Motoraduno del Trofeo Turistico Regionale e la seconda edizione del Concorso di Eleganza Motociclistica “Sulle Strade della Seta”. Un evento nato dal fuoco sacro di chi vive la moto non come semplice mezzo, ma come opera d’arte, poesia in movimento. Tra i fasti borbonici, dove un tempo si tessevano i fili della seta più preziosa, in bella mostra le leggende degli anni ’60, ’70, ’80 e ’90. Un contrasto sublime: il silenzio della storia spezzato dal rombo di cilindri che hanno fatto epoca. Il plesso monumentale, patrocinato dal Comune di Caserta e sostenuto da Fmi Campania, si è trasformato in un tempio dei motori, dove ogni curva, ogni cromatura, ogni scintilla raccontava una storia.

I numeri parlano chiaro: successo straordinario, ben oltre le già lusinghiere aspettative, con una partecipazione che ha superato ogni record. Franco Mastroianni, presidente  del Co.Re.Campania, insieme ai consiglieri Antonino Schisano, Domenico Terracciano e Arturo Arduino, ha condiviso l’entusiasmo degli organizzatori, mentre il pubblico, tra ammiratori e collezionisti, ha votato con il cuore la “regina” più amata dell’epoca d’oro: la Honda K0 del 1969, la moto selezionata per il film di Paolo Sorrentino, “Parthenope”, che ha dato i natali al motociclismo moderno. Toccare con mano pezzi unici, perdersi tra le sale dove la seta prendeva vita, e poi tornare alla luce del sole, dove l’acciaio lucido delle carenature rubava lo sguardo. Un’esperienza unica: non solo moto, ma un viaggio nei sensi.

“Questo successo è il frutto di lavoro appassionato, di tempo sacrificato al lavoro e alle famiglie – dichiara il presidente Giuseppe Landolfi – di un amore viscerale per la motocultura. Ogni cilindro che ruggiva tra queste mura storiche portava con sé la nostra dedizione. Non è stato solo un evento, ma una celebrazione di chi vive la moto come stile di vita, come fuoco che non si spegne mai. Vedere tanti cuori battere all’unisono per la stessa passione ci ripaga di ogni fatica e ci carica per il futuro. La strada è lunga, ma con lo stesso spirito, scriveremo pagine ancora più indimenticabili!”. SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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