Carinaro, la Zes boccia il polo logistico di Marican in zona Casignano

di Antonio Taglialatela

Carinaro (Caserta) – Il progetto della “Marican Heritage Spa” della famiglia Canciello si ferma al palo. Dopo il “no” incassato in Consiglio comunale lo scorso 19 aprile, arriva ora anche il rigetto ufficiale da parte della Zes Unica: la proposta per un nuovo polo logistico in via Casignano, a ridosso del centro urbano, non ha ottenuto l’Autorizzazione unica. E la partita sembra ormai definitivamente chiusa.

La conferenza di servizi – La decisione è maturata al termine di una conferenza di servizi articolata in due fasi – una asincrona e una sincrona, quest’ultima svoltasi il 28 aprile – a cui hanno preso parte Comune di Carinaro, Provincia di Caserta, Asl, Ente idrico campano e Vigili del fuoco. È stato proprio il parere del Comune, ritenuto determinante, a sancire l’esito negativo della procedura: l’area in questione è infatti gravata da un vincolo di inedificabilità assoluta, che ne impedisce ogni tipo di trasformazione urbanistica. Un’ulteriore doccia fredda per la società che il 10 marzo scorso aveva depositato la richiesta attraverso lo Sportello digitale Sud Zes, proponendo la realizzazione di un hub logistico con centro direzionale, servizi e struttura alberghiera. Un investimento pensato per intercettare le dinamiche di sviluppo dell’area e potenzialmente capace di generare indotto. Ma il sogno imprenditoriale si è scontrato con la linea netta adottata dal Comune.

Il “No” del Consiglio all’unanimità – In una seduta straordinaria convocata durante il Sabato Santo, l’Assise aveva votato all’unanimità contro il progetto, nel nome della tutela ambientale e del rispetto delle previsioni del Piano urbanistico comunale. “Quella di oggi non è una semplice delibera tecnica – aveva dichiarato in aula la sindaca Annamaria Dell’Aprovitola – ma un atto politico forte, un’assunzione di responsabilità verso il nostro territorio”. Al centro della contrarietà, il rischio di stravolgimento dell’area Casignano, identificata nel Puc come parco agricolo, presidio paesaggistico e ambientale, con finalità museali e agrituristiche, nonché luogo destinato alla promozione della cultura rurale.

Criticità tecniche e carenze documentali – A pesare sul destino del progetto, anche numerose criticità tecniche. Già in sede consiliare erano emersi pareri negativi da parte del Servizio di Pianificazione Territoriale della Provincia e dell’Ufficio tecnico comunale, che avevano evidenziato l’incompatibilità dell’intervento con il Ptcp e il Puc, nonché l’assenza di titolarità giuridica sui terreni. La relazione firmata dall’ingegnere Salvatore Puca, responsabile unico del procedimento, ha messo nero su bianco le mancanze della società proponente: documentazione insufficiente per proporre una variante urbanistica e per stipulare la necessaria convenzione con l’ente locale. Un dossier incompleto, che non ha convinto nemmeno sotto il profilo procedurale. Da qui, la determinazione negativa, notificata come preavviso di rigetto. Marican Heritage avrà ora dieci giorni di tempo per eventuali osservazioni o integrazioni. In mancanza, il fascicolo verrà archiviato definitivamente.

La riflessione politica e l’interrogativo sul futuro – La vicenda apre una riflessione più ampia sul governo del territorio e sulla gestione delle opportunità offerte dalla Zes. “Non siamo contrari allo sviluppo, ma lo siamo a uno sviluppo che ignora la pianificazione, che stravolge il territorio e che serve a pochi penalizzando tutti”, aveva ammonito Dell’Aprovitola, sintetizzando una visione amministrativa che mette l’ambiente al centro.

I dubbi del consigliere Masi – Il consigliere di opposizione Stefano Masi, pur condividendo la scelta finale adottata dal civico consesso, non aveva mancato di sottolineare le criticità procedurali: “La proposta ci è stata comunicata ufficialmente solo il 17 aprile, a fronte di una conferenza convocata il 21 marzo. In due giorni abbiamo fatto tutto il possibile per contribuire alla delibera, ma non possiamo dirci soddisfatti”. Masi aveva anche sollevato dubbi su una precedente proposta ben più estesa, pari a 1,5 milioni di metri quadri, che sarebbe giunta al Comune senza adeguata trasparenza. “Se confermata, sarebbe gravissimo. Ora si apre una nuova pagina nel rapporto tra la politica locale e i grandi player industriali del territorio”.

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