Capodrise, sindaco revoca dimissioni ma la maggioranza lo sfiducia dal notaio: fine anticipata dell’Amministrazione Cecere

di Redazione

Cappa (Caserta) – Alla fine, Nicola Cecere aveva scelto di restare. Aveva ritirato le dimissioni presentate il 25 aprile, quando in un post social aveva annunciato il suo passo indietro, definendolo una scelta «sofferta e difficile», determinata da una maggioranza «frammentata» e da una gestione ormai compromessa. Il dietrofront era arrivato nella tarda serata di mercoledì 15 maggio, ultimo giorno utile, ed era stato formalizzato via Pec pochi minuti prima della mezzanotte.

Un colpo di scena in extremis che, per qualche ora, aveva riacceso le speranze di una ricomposizione, rimettendo in gioco equilibri politici già minati da mesi di tensioni interne. A spingerlo al ripensamento, il rinnovato sostegno del gruppo Siamo Capodrise – la lista con cui era stato eletto –, che aveva rilanciato la fiducia attraverso un gesto politico simbolico: la restituzione delle deleghe da parte dell’assessore Margherita Nero, per favorire un riassetto della giunta. Anche il gruppo Con Capodrise Sempre aveva confermato il proprio appoggio, pur con la precisazione di voler mantenere un ruolo di «attento osservatore» dell’attività amministrativa.

Ma il tentativo di rilancio è durato meno di ventiquattro ore. Nella serata del 16 maggio, i consiglieri di maggioranza del gruppo Capodrise Insieme – Tommaso Fattopace, Vincenza Abussi, Michelangela Topa, Marcela Gigliano, Vincenzo Perri e Federica Montebuglio – si sono recati nello studio del notaio Onofrio Di Caprio, a Caserta, per formalizzare le dimissioni insieme ai cinque consiglieri di minoranza del gruppo Viva Capodrise: Vincenzo Negro, Luisa D’Angelo, Giuseppe Salzillo, Nicola Belardo e Maria Sorbo. Una mossa che ha sancito la fine anticipata del mandato e lo scioglimento del Consiglio comunale.

Nel comunicato congiunto, i consiglieri di Capodrise Insieme non usano mezzi termini: «Far eleggere Nicola Cecere a sindaco è stato un errore. Non era il nostro candidato, ma lo abbiamo sostenuto con lealtà fino al 14 maggio 2025. Abbiamo sperato che potesse diventare il sindaco di tutti, ma è rimasto sempre quello di Siamo Capodrise e dei suoi derivati».

Le critiche toccano anche il metodo di governo: «Decisionismo, mancanza di collegialità, scarso confronto e la creazione di un “terzo livello”, una regia occulta che riduceva giunta e consiglio a meri organi di ratifica». Non manca, inoltre, l’accusa di aver cercato un ribaltone politico con l’opposizione, tentando – si legge – «una compravendita di consiglieri, facendo pressioni su candidati del Partito Democratico».

Il punto di rottura definitivo si sarebbe consumato il 14 maggio, durante una riunione in Comune: «Cecere voleva un nuovo patto, con nuovo programma, subordinato all’azzeramento della giunta e a maggiori poteri personali. Una proposta offensiva e politicamente irricevibile».

«L’atto di sfiducia – concludono – è stata una scelta meditata, sofferta, ma necessaria. Un modo per riparare a quell’errore iniziale e per dare spazio a una nuova stagione politica, più trasparente, democratica e orientata al bene comune».

Ora spetterà al Prefetto di Caserta avviare l’iter per la nomina di un commissario straordinario, che traghetterà il Comune alle prossime elezioni.

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