Si chiude con un’assoluzione piena e una condanna lieve la vicenda giudiziaria che ha visto protagonista un uomo, settantenne, dell’agro atellano, imputato per reati gravi legati a un presunto episodio di violenza in un parco pubblico. Il Collegio 2 C del Tribunale di Napoli Nord, presieduto dalla dottoressa Izzo, ha emesso una sentenza articolata che assolve l’imputato dal più pesante capo d’accusa, ossia il tentativo di violenza sessuale su minore.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’uomo avrebbe tentato di baciare un ragazzo minorenne all’interno di un’area verde. Un’azione che, se confermata, sarebbe rientrata nel perimetro dei reati previsti dall’articolo 609 bis del codice penale in combinato con l’articolo 56, che regola i casi di tentativo. Per questi reati, la legge prevede pene comprese tra i sei e i dodici anni di reclusione. Il settantenne, inoltre, era imputato anche per minacce aggravate, poiché, sempre secondo quanto riferito dall’accusa, avrebbe brandito dei coltelli contro i dipendenti di una farmacia, intervenuti in soccorso del ragazzino.
Una narrazione, però, che non ha retto al vaglio del Collegio giudicante. La difesa, affidata all’avvocato Lucrezia Barbato, ha convinto i giudici a prosciogliere l’imputato dalla contestazione principale. Il Tribunale ha infatti accolto integralmente la tesi difensiva, pronunciando l’assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste” ai sensi dell’articolo 530, comma 1, del codice di procedura penale. Diversa, invece, la valutazione sull’episodio delle minacce: per questo reato, il giudice ha disposto una condanna a 9 mesi di reclusione, pena sospesa.