Ultimo saluto a Francesco: fedeli in fila a San Pietro per rendere omaggio al “Papa del popolo”

di Redazione

È un caldo sole primaverile ad accogliere le migliaia di fedeli che fin dalle prime luci dell’alba si sono messi in fila lungo via di Porta Angelica, pazientemente in attesa di attraversare i varchi sotto il maestoso colonnato del Bernini per entrare nella Basilica di San Pietro. Un fiume silenzioso di persone che si snoda fino alla piazza, uniti dal desiderio di rivolgere l’ultimo saluto a Papa Francesco, scomparso il 21 aprile all’età di 88 anni.

Da questa mattina, le porte della Basilica Vaticana sono state aperte per consentire a chiunque lo desideri di raccogliersi in preghiera davanti alla salma del pontefice argentino. I funerali sono previsti per sabato, ma già oggi la città eterna si è stretta intorno alla figura di Jorge Mario Bergoglio, il Papa venuto “dalla fine del mondo”, capace di farsi voce degli ultimi e simbolo di un pontificato vicino alle persone comuni.

Tra le tante storie che si intrecciano in questa giornata carica di emozione c’è quella di Jorge, argentino di origine ma residente con la famiglia in Inghilterra. «Oggi è un giorno triste, ma anche pieno di speranza», racconta all’agenzia Dire. «Gli insegnamenti di Papa Francesco continueranno a vivere nei nostri cuori. È stato un punto di riferimento non solo per il nostro Paese, ma per il mondo intero». Jorge custodisce nel cuore il ricordo personale di incontri con Bergoglio quando era ancora arcivescovo di Buenos Aires. «L’ho visto quattro volte: una durante una messa per i migranti nel quartiere La Boca, un’altra in una celebrazione per i più poveri della capitale. È sempre stato vicino agli ultimi, agli emarginati, a chi aveva più bisogno».

Accanto ai pellegrini arrivati da ogni angolo del mondo, sono tanti anche gli italiani che si sono messi in cammino per rendere omaggio a Francesco. Tra loro c’è Valeria, di Napoli. «Proprio questa mattina alle nove avremmo dovuto avere un’udienza privata con lui», racconta. «Ci era stata annullata una decina di giorni fa, ma non potevamo non essere qui oggi. Siamo venuti a salutarlo, il nostro Papa, il Papa della gente». Valeria si commuove ricordando le parole che Francesco ripeteva spesso al termine delle sue apparizioni pubbliche: «Non vi dimenticate di pregare per me». «Era la frase che mia madre amava di più. Ogni domenica ascoltavamo insieme la sua preghiera. E oggi siamo noi a pregare per lui, con la speranza che ci accompagni davanti al Padre celeste».

C’è anche chi, come Benedetta, 21 anni, studentessa calabrese trasferitasi a Roma per l’università, sente ancora più forte il legame con questo momento storico. «Non ho avuto molte occasioni per essere qui in Vaticano», racconta, «ma oggi sentivo che dovevo venire. Francesco è stato un Papa buono, vicino ai giovani, vicino alla gente. L’atmosfera in città è intensa, si percepisce l’attesa, la condivisione del dolore e della speranza tra i fedeli. Se riuscirò, tornerò anche per i funerali». Benedetta guarda già al futuro del pontificato, con un pensiero rivolto al successore di Bergoglio: «Francesco è stato un Papa progressista. Mi auguro che il nuovo Papa possa continuare su questa strada, senza fare passi indietro. Il suo volto buono e la sua umiltà sono ciò che porterò sempre nel cuore».

Nel frattempo, l’organizzazione sul posto procede senza sosta. Decine di giovani volontari della Protezione Civile sono impegnati nel garantire che l’afflusso dei fedeli si svolga in sicurezza. Tra loro Christian, 19 anni, arrivato da Aprilia alle prime ore del mattino. «Siamo partiti verso le 4:40 e alle 5:30 eravamo già operativi a Porta Angelica. Per ora tutto sta andando per il meglio: qualche richiesta di assistenza per persone con disabilità, ma il flusso delle persone è regolare».

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