Aveva ordinato di uccidere la sua ex compagna dal carcere in cui era già detenuto per un altro omicidio. A distanza di quasi due anni dal tentato omicidio di Annarita Taddeo, Nicola Fallarino, 41 anni, è stato condannato a 10 anni di reclusione con l’accusa di essere il mandante dell’agguato armato avvenuto l’11 novembre 2023, sul pianerottolo di casa della vittima, a Benevento.
La donna, all’epoca 32enne, fu colpita da un proiettile alla fronte mentre usciva di casa. Ferita gravemente, riuscì miracolosamente a salvarsi grazie a un gesto tanto disperato quanto lucido: si finse morta, ingannando il killer. L’uomo, convinto di aver portato a termine l’esecuzione, entrò nell’abitazione, rubò due telefoni cellulari e 2.000 euro in contanti, poi si dileguò in sella a uno scooter rubato qualche giorno prima a Napoli.
Le indagini della Squadra Mobile di Benevento, coordinate dalla Procura retta dal dottor Aldo Policastro, hanno portato a ricostruire uno scenario inquietante. A dare la svolta investigativa è stato il ritrovamento dei cellulari trafugati, che – una volta analizzati – hanno restituito prove decisive: tra queste, le minacce di morte che Fallarino aveva più volte rivolto ad Annarita, rea, ai suoi occhi, di aver chiuso la relazione e di non aver abbandonato né la casa né il bar che gestiva, e di cui lui rivendicava informalmente la proprietà.
Già condannato all’ergastolo per l’omicidio, avvenuto nel 2009, di un uomo costretto su una sedia a rotelle, Fallarino non si era rassegnato alla fine del rapporto. Secondo l’accusa, avrebbe agito per vendetta e controllo, arrivando persino a utilizzare un cellulare in carcere per spiare l’ex compagna attraverso le videocamere installate nel bar. In una spirale di ossessione e minacce, aveva anche ipotizzato ritorsioni contro la madre della donna e il padre, detenuto per reati legati alla droga.
Il 41enne, oggi collaboratore di giustizia, ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato. La Procura aveva chiesto una condanna a 10 anni e 6 mesi, il giudice ha riconosciuto per lui 10 anni. Resta aperta l’indagine per risalire all’identità del sicario – con il volto coperto da casco integrale – che sparò per uccidere, ma non riuscì nel suo intento.