Tumore ovarico, a Napoli confronto tra medici e istituzioni

di Redazione

Napoli – Tumore ovarico: migliora l’accesso alle cure grazie alla rete oncologica campana e al percorso diagnostico assistenziale. Negli ultimi anni è cambiata la rotta delle pazienti che non vanno più a curarsi fuori regione ma trovano entro i confini del luogo di residenza le risposte per terapie innovative. Si tratta di procedure personalizzate e sempre più efficaci contro un big killer che fino a qualche anno fa aveva poche possibilità di trattamento.

Ad accendere i fari sull’importanza dell’accesso ai test genetico e genomico, sul percorso di cura (dall’intervento chirurgico alla terapia farmacologica personalizzata), e sull’importanza della scelta del centro di cura specializzato e sulle possibilità di convivere con il tumore ovarico oltre la patologia, scavando nel vissuto di centinaia di donne affette da cancro ovarico in Campania o a rischio di svilupparlo, è l’Acto (Alleanza contro il tumore ovarico) che ha patrocinato a Napoli un confronto tra clinici, oncologi medici, chirurghi, istituzioni sanitarie con la sponsorizzazione di Gsk.

“Il Pascale, l’Università Federico II, alcuni centri chirurgici certificati sono oggi centri attrattori di pazienti affette da tumore ovarico provenienti anche da altre regioni”, avverte Sandro Pignata, primario del Pascale e responsabile scientifico della Rete oncologica campana (Roc). A settembre dello scorso anno Acto ha presentato al Ministero della Salute il primo libro (bianco) illustrato sul tumore ovarico, intitolato “Cambiamo rotta”, dando voce ai bisogni e proposte delle donne con tumore ovarico. Un libro scritto dalle donne e che racconta storie di vita lungo il percorso affrontato da nove pazienti tra sintomi, controlli, diagnosi, test genetici e genomici, cure e opportunità e che raccoglie il contributo di clinici esperti nell’ambito della diagnosi e del trattamento di questo tumore.

“Il nostro è un lavoro di rete – aggiunge Giovanni Gerosolima, presidente Acto Campania – andando sul territorio, nelle regioni, per offrire informazione e sostegno”. Al confronto è intervenuto anche Francesco Perrone, presidente nazionale Aiom e direttore dell’unità Sperimentazioni cliniche del Pascale. IN ALTO ILVIDEO

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