Israele, famiglie ostaggi irrompono in parlamento. Da Netanyahu no a soluzione due Stati

di Redazione

Caos in Israele, dove le famiglie ostaggi israeliani hanno fatto irruzione nella Commissione Finanze della Knesset per chiedere al governo di fare di più per garantire il rilascio dei loro familiari. E’ quanto riferisce ‘The Times of Israel’. “Non vi siederete qui mentre i nostri figli muoiono”, hanno gridato alcuni parenti. Rispondendo ai manifestanti, il presidente della Commissione Moshe Gafni del partito Giudaismo Unito nella Torah ha detto che capiva il dolore dei manifestanti. – continua sotto –

Poco prima i manifestanti che contestano il governo israeliano hanno tentato di bloccare l’ingresso della Knesset, riferisce il Times of Israel secondo cui la polizia ha sgomberato i dimostranti, trascinati via dal centro della strada davanti al parlamento. Tra i manifestanti c’è chi accusa gli agenti di essere “criminali” che hanno “distrutto il Paese”. Per i manifestanti i partiti della coalizione al potere sono “traditori che hanno rinunciato agli ostaggi”. “Il ritorno degli ostaggi non è un dossier, è l’obbligo numero uno del governo”, ha detto Merav Michaeli, che guida dei laburisti. Israele ha inoltre respinto completamente le richieste di Hamas di ‘resa’ in cambio del rilascio degli ostaggi rapiti lo scorso 7 ottobre.

Intanto a Gaza, secondo le ultime news di oggi, 22 gennaio 2024, è terminato il blackout più lungo dall’inizio della guerra e sono state ripristinate le comunicazioni. Lo rende noto il sito di monitoraggio Internet Netblocks spiegando che l’ultimo blackout, il nono dal 7 ottobre, è durato più di una settimana. “La rete è tornata nel sud e nel centro di Gaz, ed è operativa nel nord. Ciò riguarda la comunicazione di telefonia mobile e Internet”, ha spiegato alla Cnn Fares Samer, capo del fornitore di telecomunicazioni palestinese Ooredoo.

Ed è salito a 25.295 il numero dei palestinesi che hanno perso la vota nella Striscia di Gaza da quando, lo scorso 7 ottobre, è iniziata la rappresaglia israeliana per l’attacco subito da Hamas. Lo rende noto il ministero della Sanità di Gaza, governato da Hamas, aggiungendo che nello stesso arco di tempo sono rimasti feriti 63mila palestinesi. L’ultimo bilancio delle vittime comprende 190 persone uccise e 340 ferite nelle ultime 24 ore. – continua sotto –

Nel frattempo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto no alla soluzione dei due Stati, un rifiuto definito “inaccettabile” dall’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell. Gaza deve essere smilitarizzata” ed “essere posta sotto il pieno controllo della sicurezza israeliana”, la posizione di Netanyahu il quale ha ribadito in un videomessaggio la sua determinazione a non permettere l’emergere di uno Stato palestinese a tutti gli effetti e militarizzato: “Non scenderò a compromessi sul pieno controllo della sicurezza israeliana sull’intero territorio a ovest del fiume Giordano”.

“Finché sarò primo ministro, continuerò a sostenere fermamente questo”, ha sottolineato aggiungendo: “Ho mantenuto fermamente questa posizione di fronte alle enormi pressioni internazionali e nazionali”. “Apprezzo molto il sostegno degli Stati Uniti a Israele, e l’ho espresso anche al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Tuttavia, rimango fermo sui nostri interessi vitali. Dobbiamo ottenere la vittoria totale”.

“Finora abbiamo riportato a casa 110 ostaggi e siamo impegnati a riportarli tutti indietro”, ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, secondo ‘The Times of Israel’, aggiungendo: “Ci sto lavorando tutti i giorni. Ma sia chiaro: rifiuto categoricamente i termini della resa dei mostri di Hamas”. Il primo ministro ha spiegato che in cambio del rilascio degli ostaggi, “Hamas chiede la fine della guerra, l’uscita delle nostre forze da Gaza, il rilascio di tutti gli assassini e gli stupratori delle forze Nukhba. Se accettiamo questo, i nostri soldati sono caduti invano”. – continua sotto –

Se siamo d’accordo con questo, ha detto ancora, “non possiamo garantire la sicurezza dei nostri cittadini. Non possiamo riportare a casa gli sfollati sani e salvi, e un altro 7 ottobre sarà solo questione di tempo. Non sono in grado di accettare un colpo così fatale alla sicurezza israeliana, e quindi non posso accettarlo”. Il primo ministro ha anche affermato di aver chiarito la posizione di Israele su questo tema al presidente degli Stati Uniti Biden quando hanno parlato durante il fine settimana.

Anche se gli israeliani “sono in disaccordo” con l’Ue su come risolvere la crisi iniziata con gli attacchi del 7 ottobre, “devono venire qui e discutere. Quale altra soluzione hanno, costringere a partire tutti i palestinesi” che vivono nella Striscia? “Ci sono già 25mila morti, il 70% dei quali donne e bambini. Se vogliono distruggere Hamas”, di certo non è questo “il modo”, perché “stanno seminando odio per generazioni”, ha detto l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, a Bruxelles a margine del Consiglio Affari Esteri, cui partecipano anche, in momenti diversi, i ministri degli Esteri di Israele, Egitto, Giordania, Arabia Saudita e Autorità Palestinese, oltre al segretario generale della Lega Araba. “Abbiamo bene in mente che cosa ha fatto Hamas, e di certo lo condanniamo e respingiamo. Ma pace e stabilità non possono essere ottenute solo con mezzi militari”, ha sottolineato ribadendo la condanna da parte delle Nazioni Unite del rifiuto “inaccettabile” di Netanyahu alle richieste di uno Stato palestinese dopo la guerra a Gaza.

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