‘Ndrangheta, 49 arresti contro cosca Piromalli: ci sono anche un prete e un finanziere, intercettazioni su stragi anni ’90

di Redazione

Sono 49 le persone arrestate oggi dai carabinieri in diverse province italiane, su richiesta della procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione distrettuale antimafia, in quanto ritenute vicine alla cosca Piromalli, attiva sulla Piana di Gioia Tauro. – continua sotto –

L’operazione, denominata Hybris, coordinata dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, e dal sostituto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Paola D’Ambrosio, ha fatto luce su persone attive pienamente nel sodalizio ndranghetistico, alle quali vengono contestati i reati di: associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, danneggiamento seguito da incendio, turbata libertà degli incanti, importazione internazionale di sostanze stupefacenti.

Sono stati eseguiti 34 ordini di custodia in carcere e 15 provvedimenti agli arresti domiciliari. Oltre alle misure personali il provvedimento dell’autorità giudiziaria ha riguardato anche il sequestro preventivo di una ditta, con il relativo compendio aziendale, attiva nel settore della trasformazione dei prodotti agricoli, e di due proprietà immobiliari, per un valore complessivo stimato in circa 1 milione di euro.

Il prete e il finanziere – Tra gli indagati anche don Giovanni Madafferi, parroco della chiesa “Santa Maria Assunta” di Castellace, accusato di aver attestato “falsamente, in certificati destinati a essere prodotti all’autorità giudiziaria, qualità personali, rapporti di lavori in essere o da instaurare relativi ad un soggetto imputato che avrebbe in tal modo dovuto beneficiare dell’affidamento in prova”. Il sacerdote è finito ai domiciliari. Coinvolto anche un finanziere Salvatore Tosto, di 49 anni, accusato, assieme alla moglie, di aver rivelato a Cosimo Romagnosi, ritenuto esponente della cosca Piromalli, anch’egli arrestato oggi, l’esistenza di un’indagine a suo carico. – continua sotto –

Le stragi mafiose degli anni ’90 – Da un’intercettazione registrata dai carabinieri emerge che il boss Pino Piromalli, detto “Facciazza” (moglie e figlia finite ai domiciliari), “aveva composto la ‘commissione’ costituitasi per decidere se la ndrangheta calabrese avrebbe dovuto partecipare o meno alle stragi di Stato attuate dalla mafia siciliana” nel corso della quale il boss votò attraverso Nino Pesce, detto “Testuni”, a favore delle stragi. Il boss di Limbadi, Luigi Mancuso, invece, “avrebbe votato contro” le stragi che “erano dirette all’eliminazione del regime di carcere duro”. E ancora: “Si progettava di arrivare ad assassinare un ministro e fare un colpo di Stato”.

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