Aversa-Parete, gli studenti del Liceo Fermi delegati Onu a New York

di Redazione

Aversa (Caserta) – “Mai Fermi”, nemmeno a New York, dove 14 studenti del Liceo Scientifico “Enrico Fermi” delle sedi di Aversa e Parete si sono distinti tra più di 3mila provenienti da tutto il mondo, prendendo parte alla più grande e prestigiosa simulazione Onu, “Global Citizens Model United Nations 1 2023”. – continua sotto –

Accompagnati dalla dirigente scolastica, professoressa Adriana Mincione, si sono confrontati in lingua inglese, secondo il protocollo delle Nazioni Unite. Nel ruolo di delegati dell’Onu, davanti ad una specifica commissione, gli studenti sono stati coordinati da uno staff internazionale proveniente dalle più prestigiose università del mondo, tra le quali le celebri Harvard, Yale e Oxford.

Durante le simulazioni si sono distinti tre “delegates” del Fermi: Antonio Vitale, Vincenzo Maria Saponaro e Myriam Gentile che, per il loro eccellente contributo alla creazione di una “draft resolution”, hanno ricevuto una menzione d’onore.

Un viaggio che potremmo definire “lavorativo”, anche se non è stato esente da tappe importanti quali l’American Museum of Natural History, l’Empire State Building, Wall Street, e l’immancabile Statua della Libertà. Un’esperienza che ha sicuramente segnato la vita degli studenti coinvolti, a contatto con una realtà sociale ed economica come quella della Grande Mela. – continua sotto –

“Un percorso che ci ha insegnato a vivere la vita, – afferma Antonio Vitale, studente della classe 3AP, sede di Parete – Un progetto magico che ci ha permesso di crescere e rappresentare un paese intero, anche solo a livello simulativo. È stato incredibile, abbiamo trascorso ore ed ore a discutere, negoziare, gestire conflitti e creare nuove alleanze, pur avendo obiettivi diversi, posizioni diverse, alleanze strategiche e conflitti, che miravano comunque a portare in un’unica strada: trovare la soluzione a un problema globale. La parte più difficile, ma anche la più bella, è stata cercare di ‘immedesimarsi’ totalmente nel nostro Paese e rappresentarlo al meglio. Il vanto più grande è stato quello di aver contribuito all’unione dei nostri ‘working paper’ per creare un’unica ‘draft resolution’, lavorando in un ambiente che possiamo definire ‘multilaterale’”.

“È stato molto emozionante – aggiunte Vitale – sedersi al Palazzo di Vetro, nei posti dove veri delegati ed ambasciatori hanno deciso le sorti del nostro mondo in tante maniere diverse. Abbiamo avuto la possibilità di ascoltare discorsi importanti, come quello di Martin Luther King jr., sull’importanza della leadership, o quello dell’ ambasciatore italiano sul concetto del multilateralismo”. “L’emozione più forte – conclude lo studente della sede di Parete – l’ho provata quando il segretario della nostra simulazione ha annunciato il mio paese e il mio nome per ritirare la menzione d’onore, sono emozioni e sentimenti che non si possono spiegare”.

Vincenzo Maria Saponaro, della classe 4N, anche lui meritevole di menzione, ha definito la sua esperienza “irripetibile”, “un’opportunità – ha aggiunto – che invito a cogliere sia a livello personale che scolastico. Ho conosciuto a fondo il mondo delle Nazioni Unite, la vita da ambasciatore e da delegato, ho imparato quanto possano essere importanti i problemi di cui abbiamo discusso, ma soprattutto quanto sia importante collaborare per risolverli, accettando soluzioni anche diverse dalle proprie. La formazione è stata anche molto personale: per la prima volta mi sono trovato oltreoceano in un Paese nel quale non si parla la mia lingua, senza riferimenti particolari eccetto quelli di cari amici con i quali si è subito formato un bel gruppo di persone aventi lo stesso obiettivo”. – continua sotto –

“A once-in-a-lifetime experience”, ecco come Myriam Gentile, anche lei delegata da menzione d’onore, ha definito l’iniziativa. “Quando mi sono iscritta a questo programma – spiega Myriam – ero già consapevole del fatto che sarebbe stata una magnifica avventura, e nonostante ciò Muner è riuscito lo stesso a superare le mie aspettative. Non nascondo che il primo giorno di commissione, nonostante tutte le lezioni di preparazione seguite, non mi sentivo per niente pronta. Vedevo quest’esperienza come un qualcosa di gran lunga più grande di me, un qualcosa che non sarei stata in grado di sostenere. Eppure, sono bastati i primi dieci minuti per riuscire ad ambientarmi in quello che alla fine dei conti è stato un gioco di ruolo. Per tre giorni abbiamo indossato le vesti (letteralmente, dato che era richiesto l’abbigliamento formale) dei delegati e l’ultimo giorno abbiamo avuto anche l’onore di sedere alle stesse postazioni dei veri e propri ambasciatori nella sede centrale delle Nazioni Unite. Abbiamo dibattuto, abbiamo socializzato, abbiamo imparato a comprendere e a unificare diversi punti di vista ma soprattutto abbiamo creato dei ricordi che rimarranno veramente per tutta la vita”. SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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