Gricignano, la base Us Navy e Ignazio La Russa “l’americano” nei documenti svelati da WikiLeaks

di Antonio Taglialatela

Gricignano (Caserta) – “Una rarità in Europa”, un “grande sostenitore degli Usa”, “il nostro campione nell’interazione con l’Italia”, “la voce più forte in consiglio dei ministri a favore dei nostri comuni interessi nell’ambito della sicurezza”, colui che “difende con forza i nostri interessi strategici in Afghanistan e nel mondo e che ci aiuta a potenziare le basi militari in Italia”. “Richiederemo il suo aiuto su una serie di problemi”, come quello riguardante la base Us Navy di Gricignano. – continua sotto –

Siamo nel gennaio 2010, a scrivere è David Thorne, in quel periodo ambasciatore statunitense in Italia. Si tratta di un “cablo confidenziale” destinato all’allora segretario alla Difesa Usa Robert Gates del governo guidato dal presidente Obama, poi svelato al grande pubblico da “WikiLeaks”, l’organizzazione internazionale fondata da Julian Assange che ha diffuso migliaia di documenti coperti da segreto di Stato. Ma a chi si riferisce l’ambasciatore Thorne con quei toni tanto lusinghieri nel cablo classificato come “10ROME83_a”? A Ignazio La Russa, neo presidente del Senato, ex ministro della Difesa dal 2008 al 2011 nel Governo Berlusconi IV, sul quale Washington contava per risolvere una questione relativa alla cittadella della marina statunitense situata nel Casertano che ospita oltre 4mila militari e sede del personale della Sesta Flotta.

Le autorità americane – in virtù dell’accordo Nato Sofa del 1951 sullo status delle forze militari straniere ospitate in un paese in ambito alleato – pretendevano l’extraterritorialità, ossia che all’interno del muro di cinta venisse considerato suolo americano, con leggi americane e militari americani a farle rispettare. Ma la base, realizzata negli anni ’90, è di recente costruzione e l’extraterritorialità vale solo per le basi realizzate nell’immediato Dopoguerra. A vietarlo è la Costituzione italiana. Tuttavia, si legge nei documenti riservati dell’ambasciatore, il ministro La Russa propose la soluzione: un patto bilaterale che garantisse completa autonomia ai militari americani in fatto di sicurezza e vigilanza. Per farla breve: niente carabinieri e polizia italiana tra i piedi.

“Abbiamo investito più di 500 milioni di dollari per realizzare a Gricignano, che è l’hub di supporto logistico per tutti i comandi Us Navy nel Mediterraneo, la sede del principale ospedale navale per la regione europea, due scuole Dod e gli alloggi residenziali per circa 3.000 membri di Us Navy e i rispettivi familiari”, scrive l’ambasciatore Thorne, continuando: “Nel 2008, durante i negoziati per attualizzare l’accordo sulle installazioni ospitate nell’area di Napoli, lo staff generale del ministero della Difesa italiano c’informò che non avremmo più potuto proteggere a lungo il sito con le forze di sicurezza della marina militare Usa, poiché sorge su un’area presa in affitto (o meglio, ceduta dal ministero della Difesa) e Us Navy non ha ottenuto l’autorizzazione specifica che le conferisce lo status d’installazione militare. I legali di Us Navy hanno rifiutato le argomentazioni italiane, mostrando la serie di autorizzazioni che gli Stati Uniti hanno ottenuto per il trasferimento della base dall’ex sito di Agnano (che la marina Usa ha occupato a partire dal 1950, con tutti i privilegi garantiti dal Nato Sofa), ma i legali dei militari italiani si sono mantenuti fermi nelle loro considerazioni. La loro posizione minaccia non solo la viabilità della base dal punto di vista della sicurezza, ma anche lo status di esenzione fiscale del commissariato, del cambio valute, dell’ospedale e di altre attività al suo interno”. E quindi Thorne rivela: “Ho chiesto a La Russa di rompere l’empasse con una dichiarazione politica che affermi che Gricignano è un’installazione militare, e lui ha promesso di trovare una soluzione, ma un segnale da parte tua (è la raccomandazione di Thorne al segretario Gates, ndr.) che la sicurezza del nostro personale militare non è negoziabile lo aiuterà a dare massima priorità alla questione…”. – continua sotto –

L’accordo su Gricignano si aggiungeva a quello per la nuova base di Vicenza e l’installazione a Niscemi, in Sicilia, dell’antenna del nuovo sistema di telecomunicazione satellitare “Muos”, oltre all’impiego dei nostri soldati in Afghanistan a supporto delle forze anglo-americane.

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