Aversa e l’area Texas, D’Angelo: “In Consiglio una farsa, proprietari potranno edificare come vorranno”

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Quella in Consiglio comunale è stata una “farsa”, la proprietà dell’ex area Texas potrà edificare come e quando vorrà. A sostenerlo è la consigliere comunale del Pd, sponda opposizione, Eugenia D’Angelo, che interviene a seguito dell’ultima seduta dell’Assise celebrata lo scorso 30 settembre. – continua sotto –

D’Angelo, come sta la situazione a suo avviso? «Nell’area Texas da oggi la proprietà potrà edificare come e quando vorrà. Questa è l’unica ed incontestabile certezza che emerge dal Consiglio comunale tenutosi il 30 settembre scorso in cui l’unico punto in discussione era una proposta di delibera dell’assessore all’Urbanistica, ingegner Marco Villano, ormai unico e incontrastato dominus delle politiche urbanistiche della città. Il motivo è presto detto, finanche banale nella sua semplicità. La proposta di delibera, con la quale la maggioranza Golia intendeva inibire aumenti volumetrici e variazioni di destinazione d’uso nell’area Texas, faceva riferimento esclusivamente alla legge della Regione Campania numero 19/2009 (il cosiddetto Piano Casa) “dimenticando” che essa ha potere dispositorio per i permessi a costruire richiesti fino al 30.09.2022; “dimenticando” che il 10 agosto 2022 la Regione Campania ha approvato la legge numero 13/2022, entrata in vigore il 25 agosto 2022, che, invece, ha potere dispositorio per i permessi a costruire richiesti a partire dal 1 ottobre 2022. Cosa significa? Che la proprietà dell’area Texas può chiedere, già oggi, un nuovo permesso a costruire ai sensi della legge 13/2022 con incrementi volumetrici, variazioni di destinazione d’uso da industriale a commerciale, residenziale o altro, variando anche la disposizione dei volumi da edificare all’interno dei lotti inedificati di proprietà, e nessuno (e dico nessuno) può opporre alcun diniego che in qualsiasi tribunale amministrativo sarebbe considerato illegittimo».

Cosa doveva essere fatto secondo lei? «Nella proposta di delibera all’esame del Consiglio comunale non c’era alcun riferimento alla legge 13/2022. Insomma, una beffa, un ulteriore provvedimento di facciata, valido (si pensi un po’!) solo per 4 ore, fino alle 24 (è passato alle 20.15 più o meno) del 30 settembre 2022, per prendere in giro i cittadini aversani favorevoli al “consumo suolo zero”, mettendo in atto l’ennesimo tradimento degli impegni assunti dal sindaco in campagna elettorale. Con la farsa inscenata in Consiglio Comunale sono superate anche le motivazioni della sconfitta al Tar in primo grado e l’osceno decreto di perenzione del Consiglio di Stato del 21 luglio 2021. Ancor più ridicolo è aver aspettato l’ultimo giorno utile (30 settembre 2022) quando tale provvedimento poteva essere adottato già dal 22. Luglio 2021 e cioè il giorno dopo la pronuncia del Consiglio di Stato. Invece, inspiegabilmente, nulla fino al teatrino di ieri pomeriggio. La salvaguardia dell’area Texas (o Ippodromo, ad esempio) dalla cementificazione selvaggia imponeva che l’assessore Villano portasse in Consiglio comunale una proposta di delibera con la quale tale area, ed altre analiticamente indicate, fossero sottratte all’applicazione della legge 13/2022 indicando per ogni specifica area le motivazioni urbanistiche di tale sottrazione. Ma ciò implicava, ed implica, una chiara volontà politica di concretizzare le chiacchiere sul “consumo suolo zero” che, nei fatti, non c’è».

Quali potrebbero essere adesso i rimedi? «Provo ad avanzare alcune ipotesi di lavoro. Il primo punto: sfido il sindaco Golia e l’assessore Villano ad innalzare, con specifica proposta di delibera da approvare in Consiglio comunale, il limite del rapporto tra numero di abitanti e superficie delle aree standard dalla soglia minima del 20 mq ad abitante ad un minimo di 30 mq (o più) per abitante; rendere questa delibera uno specifico atto di indirizzo per il dirigente dell’Area Tecnica, ingegner Serpico, e per i redattori del Puc. Il decreto ministeriale 1444/68 pone dei limiti alle soglie minime ma permette alle Amministrazioni locali di prevedere un limite più alto giustificato da “motivazione urbanistiche rafforzate” che, nel caso di Aversa, possono essere assunte alla luce dell’altissima densità abitativa (6mila abitanti per chilometro quadrato) impedendo, contestualmente, la monetizzazione degli standard urbanistici previsti dalla legge 13/2022. Il secondo punto: sfido il sindaco Golia e l’assessore Villano a demandare al dirigente dell’Area Tecnica tramite una proposta di delibera di Consiglio comunale con atto di Indirizzo, una ricognizione dei vani edificati dal 2007 ad oggi, a seguito di concessioni edilizie, permessi a costruire, Scia in alternativa al permesso a costruire, condoni edilizi richiesti e concessi, varianti alle concessioni edilizie e ai permessi a costruire, recupero di sottotetti con variazione di destinazione d’uso, tramite una proposta di delibera di Consiglio comunale con atto di Indirizzo. Il risultato di tale ricognizione analitica sarebbe poi da trasmettere al redattore del Puc al fine di quantificare la restante quantità di vani per i quali è possibile rilasciare permessi a costruire. Il terzo punto: sfido il sindaco Golia e l’assessore Villano a precludere la possibilità che i permessi a costruire possano essere sostituiti con le famigerate Scia in alternativa al permesso a costruire, sulle quali notoriamente i controlli sono meno serrati, tramite una proposta di delibera di Consiglio comunale con atto di indirizzo. Il quarto punto: chiedere per i manufatti dell’area Texas e dell’area Ippodromo il vincolo della Sovraintendenza, quali simboli della moderna storia della città di Aversa. Per fare questi piccoli passi verso una città maggiormente sostenibile occorre una volontà politica. Dimostrassero alla città di averla».

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