Casaluce, stalking ed estorsione al parroco: indagato finanziere in congedo, sequestrato conto comitato festeggiamenti

di Redazione

Casaluce (Caserta) – La Procura di Napoli Nord, tramite il sostituto Francesco Persico, ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, preludio alla richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti di un maresciallo in congedo della Guardia di finanza, accusato di stalking, estorsione, appropriazione indebita e violenza privata. – continua sotto –

Parte offesa il parroco don Michele Verolla, rettore del Santuario della Madonna ad Nives di Casaluce, che, nei mesi scorsi ha presentato cinque querele contro il finanziere in congedo ed ex presidente delegato del comitato religioso di festeggiamenti della Madonna di Casaluce.

I comportamenti persecutori, come emerge dalle accuse avanzate dal parroco tramite i suoi avvocati, Raffaele e Gaetano Crisileo, sarebbero nati in seguito all’organizzazione dei festeggiamenti, avvenuti a metà giugno, con il momento più alto e suggestivo vissuto il 15 giugno e rappresentato dall’antichissimo rito della traslazione della effige bizantina della Vergine dal santuario di Casaluce alla chiesa dei Santi Filippo e Giacomo di Aversa. Fino a circa un anno fa il maresciallo presiedeva il comitato festeggiamenti ma ne era stato estromesso dopo il provvedimento, firmato dal parroco, di cancellazione del comitato dal Registro dell’Agenzia delle Entrate.

Una mossa mai accettata dal maresciallo, che ha iniziato una battaglia legale contro il sacerdote, persa davanti al giudice civile del tribunale di Napoli Nord, il quale ha sentenziato come don Michele Verolla avesse il pieno ed esclusivo potere di cancellare il comitato mentre il maresciallo restava solo un delegato senza alcun potere sostanziale né di rappresentanza. Sempre secondo le accuse formulate a suo carico, il maresciallo avrebbe anche posto in essere una vera e propria opera di “persecuzione” a carico del sacerdote, affiggendo manifesti per l’intera città e “bombardando” autorità civili e religiose, a vari libelli, con esposti e di lettere a sua firma dai contenuti ritenuti dai legali del parroco “pretestuosi e calunniatori”, oltre che “puntualmente archiviati”, fanno sapere gli stessi avvocati, dalla Procura. – continua sotto –

Nel frattempo, per il forte stress subìto da questa situazione, il parroco sarebbe stato costretto a ricorrere alle cure dei medici e a ricoveri ospedalieri, fino alla decisione di rivolgersi alla magistratura tramite gli avvocati Crisileo che hanno chiesto e ottenuto dal pubblico ministero il sequestro del conto corrente del disciolto comitato festeggiamenti dopo che il maresciallo si sarebbe rifiutato di consegnare i soldi in esso depositati.

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