Allarme siccità da Nord a Sud, verso lo stato di emergenza. Regioni e Comuni si muovono in anticipo

di Redazione

Per fronteggiare l’allarme siccità su più fronti, infrastrutturale, competenze regionali, eventuali ristori, “è stato deciso di istituire un coordinamento con le amministrazioni interessate (Protezione civile, MiPAAF, MiTE, Affari Regionali, MIMS, MEF)”. – continua sotto – 

Questo quanto emerso ieri sera dalla riunione al MiPAAF – riferisce una nota delle Politiche agricole – per fare il punto sull’emergenza siccità, alla presenza del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, del sottosegretario Gian Marco Centinaio, del Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e dei capi gabinetto del MiPAAF e del MiTE.

Sulla dichiarazione dello stato di emergenza per la siccità le “Regioni sono al lavoro sull’individuazione dei criteri” e “a seguito delle istruttorie delle Regioni, la Protezione Civile predisporrà un Dpcm da trasmettere al Consiglio dei Ministri”. “Si potrà proclamare lo ‘stato di eccezionale avversità atmosferica'”, per quanto concerne il settore agricolo, e sempre su proposta delle Regioni, “qualora il danno provocato dalla siccità superi il 30% della produzione lorda vendibile”.

Intanto, a fronte dell’emergenza molti governatori di regione e sindaci già hanno attuato alcuni provvedimenti per limitare l’utilizzo di acqua. “Con l’escalation di siccità che si sta registrando in questi giorni, ogni minuto è sempre più prezioso. Non si può più aspettare; la situazione deve essere affrontata con massima velocità anche dal governo”, ha dichiarato Luca Zaia, governatore del Veneto. – continua sotto – 

In Emilia Romagna, sul cui territorio c’è il simbolo della crisi idrica, il fiume Po, l’Autorità di Bacino ha chiesto un calo del 20% di prelievi per continuare l’irrigazione e portare a compimento il raccolto, mentre tutti i Comuni sono stati invitati a emettere ordinanze per ridurre l’uso dell’acqua potabile nei servizi non indispensabili, come lavare le auto o innafiare gli orti e riempire le piscine private. Iniziative che intende attuare anche la Toscana. Già a Livorno il sindaco ha annunciato sanzioni fino a 500 euro per chi viene sorpreso ad usare l’acqua potabile non per usi domestici.

In Lombardia il presidente Attilio Fontana ha chiesto ai cittadini di “fare uso parsimonioso dell’acqua”, mentre l’assessore all’Agricoltura, Fabio Rolfi, ha annunciato un tavolo per studiare le possibilità di recuperare le acque reflue per irrigare i campi. In Piemonte, tra le regioni più colpite dalla siccità, dove gli invasi sono ai minimi storici – con una riduzione in media del 50% e le acque del Po mai così basse da 70 anni, dove le sorgenti di montagna stanno registrando tra il 50 e il 90% in meno di portata d’acqua e con il Lago maggiore sceso di un metro – molti comuni hanno emanato ordinanze per ridurre gli sprechi d’acqua.

Provvedimenti ancora più stringenti in alcune zone del Trentino. A Ronzo-Chienis il sindaco ha chiuso i rubinetti di acqua potabile dalle 23 alle 6. A Tesimo il Comune ha vietato l’utilizzo dell’acqua per orti e piscine. In Val d’Aosta, dove si sta registrando una mancanza di neve a causa delle più scarse precipitazioni degli ultimi 60 anni, è pronta una campagna di informazione per turisti e residenti per limitare l’uso dell’acqua. A La Salle il sindaco ha disposto il razionamento per l’acqua potabile per uso non domestico. – continua sotto – 

Nel Lazio il governatore Nicola Zingaretti ha già dichiarato lo stato di calamità e ha scritto a tutti i sindaci della regione chiedendo di adottare provvedimenti preventivi per il risparmio idrico. In Sicilia si vive una siccità prolungata con il 70% della superfice a rischio medio alto di desertificazione. Seguono il Molise (58%), la Puglia (57%), Basilicata (55%). In Sardegna, invece, gli invasi sono ancora all’80% di un volume complessivo e non sono previste restrizioni. Tuttavia, c’è da fare i conti con l’invasione di cavallette, ormai arrivate fino ai centri abitati, e il rischio incendi su tutto il territorio regionale.

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