Scorci di “savana” ad Aversa: la vergogna del Parco Grassia

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Vergogna, vergogna, vergogna. E’ l’unica esclamazione possibile quando si transita davanti al Parco Grassia, intitolato al regista aversano Ninì Grassia, in via Atellana. Chiuso da tempo immemorabile. Praticamente mai aperto. In questi ultimi anni ha toccato il culmine del degrado, della desolazione, dell’abbandono.

L’amministrazione arcobaleno ha completamente dimenticato questo Parco, così come il Parco Balsamo, dedicato al maestro Antonio Balsamo. L’erba davanti all’ingresso è secca, ma alta più di un uomo. Immaginiamo cosa ci possa essere dentro. E non sarebbe nemmeno difficile andare a verificare considerato che il cancello laterale è aperto così che chi è amante del pericolo, può addentrarsi in questo angolo di savana aversana alla ricerca del brivido ferino.

Vergogna, vergogna, vergogna non per quanto non fa questa amministrazione che mira a realizzare laghi artificiali, anzi “bio-laghi”, ma dimentica un pezzo di terra che doveva essere un parco. Lo avranno dimenticato perché impegnati a fare selfie mentre vanno a caccia notturna di blatte o mentre buttano monetine in una fontana (quella di piazza Vittorio Emanuele) che non è stata mai abbandonata come lo è oggi.

Vergogna, vergogna, vergogna per l’assuefazione che ci ha colpito, Non c’è un aversano che abbia la compiacenza di lamentarsi, nemmeno quelli che abitano lì vicino. Madonna, cosa è diventata Aversa, cosa sono diventati i nostri amministratori, cosa sono diventati gli aversani.

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