Uccide figlio, giudice gli aveva concesso di stare da solo col bambino. Il presidente del Tribunale chiarisce

di Redazione

Sarebbe stato aperto un “codice rosso” per maltrattamenti in famiglia a carico di Davide Paitoni, il 40enne che ha ucciso il figlio Daniele di 7 anni nella sua abitazione di Morazzone (Varese) per poi recarsi a Gazzada Schianno e tentare di uccidere l’ex moglie Silvia Gaggini dalla quale si stava separando, che era ospite dai suoi genitori. L’uomo, pregiudicato e sottoposto alla misura restrittiva dei domiciliari, ha tentato la fuga ma è stato fermato dai carabinieri a Viggiù. – continua sotto – 

Paitoni era ai domiciliari per un episodio risalente alla fine dello scorso novembre, quando aveva accoltellato alla schiena un collega di lavoro. A suo carico anche denunce presentate dalla moglie e dai genitori di lei per maltrattamenti. Ciò nonostante gli era stato concesso dal giudice per le indagini preliminari di stare da solo con suo figlio, la notte di Capodanno.

Le denunce della moglie riguarderebbero il periodo tra il 2020 e il 2021, a cui vanno ad aggiungersi querele reciproche tra Paitoni e i suoceri. La scorsa estate i due coniugi, ormai separati, avevano tentato una mediazione per la gestione del figlio Daniele, nei cui confronti non sarebbero emersi episodi di violenza da parte del padre.

Poi, il 26 novembre scorso, ad Azzate l’accoltellamento di un collega da parte di Paitoni,  magazziniere alla “Colfert”, arrestato con l’accusa di tentato omicidio. Al 40enne venivano concessi i domiciliari e la possibilità di continuare a vedere il figlio. Un punto sul quale si sono scatenate polemiche e sul quale è intervenuto il presidente del tribunale di Varese, Cesare Tacconi, che all’Ansa ha dichiarato: “L’ordinanza per i domiciliari è stata firmata il 29 novembre, avvallando la misura richiesta dal magistrato che l’ha motivata con il pericolo di inquinamento probatorio, non con la pericolosità sociale, e il giudice non può aggravare la richiesta del pm”. Successivamente, ha proseguito il presidente del Tribunale, “l’avvocato difensore dell’indagato ha chiesto che gli fosse concesso di vedere il figlio e la moglie, dato che secondo ordinanza non avrebbe potuto avere contatti se non con i familiari conviventi, quindi il padre”. Il 6 dicembre “il gip ha autorizzato l’uomo a vedere il figlio”. – continua sotto – 

Per quanto riguarda le denunce della donna e il codice rosso, Tacconi ha precisato come “non vi sia in Tribunale alcuna pendenza a carico dell’uomo, quindi se le denunce ci sono, sono ancora in Procura”. E ha concluso: “Ho svolto tutti gli accertamenti del caso, tra i due non vi era alcuna separazione formale in corso, se mi sarà richiesto formalmente presenterò una relazione”.

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