Polonia, tensione al confine con la Bielorussia: migranti lanciano pietre, polizia reagisce con gas lacrimogeni

di Redazione

Continua ad essere altissima la tensione al confine tra Polonia e Bielorussia dove da giorni sono bloccati migliaia di migranti che chiedono di entrare in Europa. La polizia di Varsavia ha lanciato gas lacrimogeni in risposta al lancio di sassi da parte dei migranti. Lo ha riferito il ministero della Difesa. Secondo la ricostruzione della polizia polacca, un gruppo di migranti ha tentato di forzare la frontiera fra Polonia e Bielorussia al valico di Kuznice gettando pietre, bottiglie e altro. Fonti di Varsavia ritengono che i servizi bielorussi abbiano munito i migranti degli oggetti usati durante gli scontri.

“La cosa principale oggi è difendere il nostro Paese, il nostro popolo ed evitare scontri”. E’ il commento del presidente bielorusso Alexander Lukashenko, parlando di quanto sta accadendo al confine con la Polonia. Lukashenko, accusato di essere responsabile dell’arrivo dei migranti al confine polacco, ha sottolineato che bisogna evitare che la situazione si trasformi “in un duro scontro”. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha definito l’uso di gas lacrimogeni da parte della Polonia contro i rifugiati al confine con la Bielorussia “inaccettabile”.

Intanto il Parlamento europeo e Consiglio Ue hanno dato il via libera al bilancio comune per il 2022. Approvata anche la proposta avanzata nei giorni scorsi dalla Commissione europea di aumentare il Fondo per la gestione integrata delle frontiere (Ibmf) e destinare 25 milioni di euro alla crisi migratoria ai confini con la Bielorussia per sostenere gli Stati membri. Dei 6,4 miliardi di euro del bilancio Ue (2021-2027) per la gestione delle frontiere, alla Polonia sono destinati 114,5 milioni, mentre all’Ungheria 80 milioni (compresi i fondi d’emergenza). “La posizione della Commissione europea – ha però precisato il portavoce dell’Esecutivo comunitario, Eric Mamer – è che i fondi Ue non debbano essere usati per costruire i muri, che non vuol dire che le barriere fisiche non devono essere costruite”.

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