San Felice a Cancello, inquinamento ambientale: sequestrata cava di calcare a Polvica

di Redazione

San Felice a Cancello (Caserta) – A seguito di un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, i carabinieri del Gruppo Forestale e della Stazione Forestale di Caserta hanno dato esecuzione a un sequestro preventivo della cava di calcare, situata a San Felice a Cancello, in località Polvica, facente capo alla società “Cave srl” a socio unico, nei confronti di N.N., 54 anni, gestore di fatto della società. – continua sotto – 

Gli accertamenti iniziali, svolti con la collaborazione dei tecnici dell’Arpac di Caserta avevano già permesso d’individuare la presenza di rifiuti speciali, anche pericolosi, del tipo materiali da costruzione contenenti anche amianto, frammisti ai materiali di riempimento utilizzati per il ripristino morfologico del sito di cava interessato da attività di estrazione abusiva di calcare che, a seguito di ordinanza emessa dal Genio Civile di Caserta, doveva essere effettuata con l’utilizzo di solo materiale calcareo. La cava di calcare venne già posta in sequestro probatorio il 17 dicembre 2019 al fine di svolgere i necessari accertamenti tecnici e documentali sui materiali di riporto utilizzati per le operazioni di ripristino morfologico. – continua sotto – 

Le verifiche svolte dai tecnici dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici (Napoli), su incarico della Procura sammaritana, mediante escavazioni, carotaggi, prelievo ed analisi dei campioni dei materiali presenti nelle pareti dei saggi di scavo e da quelli estratti a mezzo dei carotaggi, nonché delle acque di falda, indagini fisiche del tipo geosismiche, hanno permesso di stabilire la non idoneità dei materiali di riempimento utilizzati per il ripristino morfologico in quanto contenenti: arsenico, berillio, piombo, solfati, floruri e cromo totale, cagionando una compromissione ed un deterioramento significativo e misurabile delle acque di falda sottostanti la predetta cava di calcare, nelle quali, per effetto della penetrazione della falda per lisciviazione dei rifiuti usati per il riempimento erano presenti idrocarburi totali, nonché ferro e selenio in quantità superiori alle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (Csc). – continua sotto – 

Tali fatti integrano, in tal modo, i reati di gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi e di inquinamento ambientale. Anche gli accertamenti esperiti a mezzo di immagini satellitari, hanno permesso di stabilire che le attività di riempimento erano state eseguite a ridosso del periodo compreso tra il 14 giugno 2019 e il 6 agosto 2019 mentre tale periodo non ha trovato concordanza con i 554 documenti di trasporto di movimentazione dei materiali utilizzati per il riempimento, in quanto questi ultimi risultano formulati nel periodo compreso tra il 1 e il 31 agosto. Tale discordanza temporale non ha permesso quindi di ricostruire la tracciabilità dell’ingente quantità dei materiali di riempimento, per un volume stimato superiore ai 10mila metri cubi, utilizzati per il ripristino morfologico del sito di cava. L’indagine aveva preso origine da una segnalazione formalizzata alla Procura della Repubblica dal Genio Civile di Caserta che, nel corso di un’ispezione amministrativa, aveva accertato le estrazioni abusive di calcare nel sito estrattivo e che aveva imposto il ripristino morfologico dello stato dei luoghi.

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