Spara e uccide rapinatori, il gioielliere: “Dovevo difendere la mia famiglia”

di Redazione

“Ho visto gente che stava sparando a mia moglie alla gola, così gli sono saltato addosso così, a mani nude. Non potevo sapere che si trattava di una pistola giocattolo”. Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour, nel Cuneese, indagato per aver ucciso a colpi d’arma da fuoco due dei tre rapinatori che il 28 aprile hanno fatto irruzione nel suo negozio minacciando la sua famiglia, ricostruisce quei minuti in un’intervista a La Stampa. – continua sotto –

“Non volevo uccidere, – racconta l’uomo che ora risulta indagato per omicidio colposo ed eccesso di legittima difesa – ma quando ho visto quella scena ho rivisto il film dell’altra mia rapina”, ha spiegato riferendosi al 22 maggio del 2015, quando insieme alle due figlie venne legato e chiuso in bagno dai rapinatori che poi fuggirono con gioielli e orologi per un valore complessivo di circa 300mila euro. “Quando ho sentito urlare mia figlia – continua Roggero – non ci ho visto più. Ho fatto quel che avrebbe fatto qualsiasi papà nella mia condizione. Sono intervenuto. Mi creda, è in casi come questo che bisogna mantenersi lucidi. E io lo ero, sapevo che dovevo intervenire, o loro o la mia famiglia”. – continua sotto –

Il gioielliere assicura però di non aver aperto immediatamente il fuoco contro i tre malviventi, uno dei quali è riuscito a fuggire: “Assolutamente no. – continua – Mia figlia Laura era a terra con un coltello. A mia moglie Mariangela avevano sparato alla gola. E allora sono corso verso di loro, li ho affrontati a mani nude, così com’ero”. La pistola è spuntata dopo, sostiene: “L’avevo da anni – dice – Era già del mio povero papà che è mancato tempo fa. Io non sono mai stato un amante delle armi, anche quando ero al militare non mi piaceva maneggiarle. Ma lui mi diceva ‘tienila. Non si sa mai, tienila’. È soltanto per quella ragione che l’avevo ancora. Sono corso alla cassa che era ancora tutto in corso. Ho sparato”. – continua sotto –

La ricostruzione – Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Alba e del Nucleo investigativo di Cuneo, a cui la procura di Asti ha affidato l’inchiesta guidata dal pm Greco, mercoledì intorno alle 18.45, due persone, seguite poi da una terza, sarebbero entrate nella gioielleria Roggero e con un coltello e una pistola (poi risultata finta ma priva del tappo rosso) avrebbero minacciato la famiglia, prima di appropriarsi dei gioielli. La moglie di Roggero sarebbe stata colpita con un pugno, la figlia sarebbe invece stata immobilizzata con fascette da elettricista. Al tentativo di prelevare anche il denaro in cassa, spiegano gli inquirenti, il titolare avrebbe reagito sparando con una pistola legittimamente detenuta. – continua sotto –

“Con la mano destra ho aperto la cassa, con la sinistra il cassetto in cui sapevo che c’era la mia arma – ha raccontato l’uomo – e simultaneamente ci siamo trovati uno puntato contro l’altro. Ho dovuto…poi sono scappati”. Due degli aggressori – Andrea Spinelli e Giuseppe Mazzarino, di 44 e 58 anni, di Bra- sono stati trovati morti ad alcuni metri dall’ingresso della gioielleria mentre il terzo, Alessandro Modica, 34 anni, di Alba, ferito ma riuscito a fuggire, nella notte è stato rintracciato all’ospedale di Savigliano (Cuneo) e fermato con l’accusa di tentata rapina. Subito dopo il fatto, oltre ai rilievi tecnici, il pm e i carabinieri hanno sentito il titolare della gioielleria, la moglie, la figlia e altri testimoni. Sono in corso di acquisizione le immagini delle videocamere di sorveglianza. Nelle prossime ore saranno dati gli incarichi per l’autopsia e la perizia balistica. – continua sotto –

Il precedente nel 2015 – La gioielleria aveva già subito una rapina alcuni anni fa. Il 22 maggio 2015 il titolare, Mario Roggero, e le due figlie, vennero legati e chiusi in bagno dai rapinatori, che poi fuggirono con gioielli e orologi per un valore complessivo di circa 300mila euro. A dare l’allarme furono le ragazze, dopo essere riuscite a liberarsi. Alcuni mesi dopo, grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza che avevano ripreso l’auto della fuga, due banditi vennero arrestati dai carabinieri.

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