Teverola, ingiunzioni pagamento Imu. Improta: “Il Comune ascolti i cittadini”

di Redazione

Teverola (Caserta) – In questi giorni sono moltissimi i cittadini di Teverola che, non riuscendo a colloquiare direttamente con i canali istituzionali deputati ad ascoltare le loro istanze, si rivolgono a chiunque ritengano in grado di dare spiegazioni e informazioni in merito alla campagna senza criterio di “caccia agli evasori”. Così Raffaele Improta, della direzione cittadina della Lega, interviene sulle ingiunzioni di pagamento dell’Imu 2015 che stanno giungendo nelle case dei teverolesi. – continua sotto – 

“Mentre il governo nazionale – sostiene Improta – adotta provvedimenti di rinvio del pagamento di cartelle e imposte varie, tenendo conto del particolarissimo periodo di difficoltà attraversato dalle persone e, specialmente, dalle famiglie, a causa Covid-19, il Comune di Teverola, se ne distrae e lascia che si scateni la burocrazia cieca e sorda. Non sono pochi, in effetti, le ingiunzioni di pagamento che pervengono ai cittadini dalla società ‘Sogert’ incaricata della riscossione di tributi, l’Imu in questo caso, risalenti al 2015. Lasciando stare l’ipotesi, comunque da verificare, sull’eventuale prescrizione intervenuta, che ovviamente ogni contribuente farà valutare da occhi esperti. E’ certo, in ogni caso, che abbondano le richieste di pagamento pure a chi ha già pagato l’imposta comunale. E qui il discorso si fa serio, perché, se invece di dare la caccia agli evasori, si rastrella ‘a strascico’, appunto, senza discernere la giusta pretesa erariale dall’estorsione bella e buona, allora non va più bene”. – continua sotto – 

“La pubblica amministrazione – continua l’esponente del centrodestra – non si può permettere questi comportamenti. Se deve organizzare una campagna di recupero di tasse e imposte arretrate lo può, anzi, lo deve fare, tenendo però rigorosamente presenti due criteri. Il primo è di pretendere dall’agente della riscossione che le liste preparate siano a prova di contestazione e che al cittadino raggiunto dalla ingiunzione di pagamento sia dato, con sollecitudine, il diritto di far valere le sue ragioni. Il mutismo a fronte di sue recriminazioni è inammissibile, la pubblica amministrazione non è il padre-padrone che non può essere disturbato ma è l’istituzione al servizio della comunità, dei cittadini e deve porsi al suo ascolto quando ha qualcosa da obiettare, da far presente. E non può essere la pandemia, lo smart working e motivazioni simili a giustificare il silenzio e l’inerzia degli uffici preposti, che hanno l’obbligo di rispondere. Certamente non era il momento più adatto per andare a scavare con le mani nelle tasche dei teverolesi ma dal momento che si è deciso di farlo, bisognava sapere se si fosse o no in grado di gestire la fase della ‘difesa’ dei cittadini. Se si fosse saputo di non esserne in grado, si sarebbe dovuto rinviare l’operazione. Una volta varata, però, non si può fare come chi butta il sasso per poi nascondere la mano”. – continua sotto – 

“Su questo punto – continua Improta – ci poniamo senza indugio dalla parte dei cittadini, specialmente di quelli vessati da richieste infondate e immotivate. Ormai anche diversi giudici, in giro per i tribunali d’Italia, bacchettano, se non sanzionano, gli uffici pubblici per i loro silenzi illegittimi, anzi illegali, a fronte di istanze dei cittadini. Non è più tempo di quella che viene vissuta come l’arroganza del potere, punita anche a livello legislativo. E’ una pessima immagine quella che si dà del nostro Comune, e non è giusto rovinargliela per l’ingenuità di chi dovrebbe meglio organizzare l’attività amministrativa. L’efficienza, la trasparenza, il rispetto dei cittadini e il rispetto delle regole normative devono prevalere su ogni esigenza contabile”. – continua sotto – 

 “Il Comune, invece di rimbalzare le responsabilità sull’agente della riscossione – conclude il dirigente locale del partito di Salvini – si attrezzi subito per dare ai contribuenti tutte le spiegazioni e informazioni richieste e per ascoltare le loro controdeduzioni alle pretese erariali. Se non è in grado di farlo, sospenda i procedimenti e li riavvii solo quando sarà in grado di rispettare le norme, anche quelle sull’efficienza ed economicità dell’azione amministrativa (e gli accertamenti alla cieca ne sono la negazione…) nonché i diritti e la dignità dei cittadini”.

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