Dalle teorie no vax al sapone anti-Xylella: ecco Ciampolillo, il senatore del “Var”

di Redazione

“La dinamica è semplice: si può votare al termine della seconda chiama, ho chiesto di votare e ho votato. Non sono arrivato tardi, si può votare fino alla fine. Poi grazie alla ‘moviola’ è stato dichiarato valido il mio voto”. Lo spiega il senatore del gruppo Misto, Lello Ciampolillo, commentando le proteste sul suo voto di fiducia al governo Conte (passata con 156 sì) che ha richiesto l’intervento del “Var”. Ex M5S, Ciampolillo sottolinea poi di aver votato sì “perché l’interesse della nazione viene prima di quello dei singoli partiti”. E non esclude nemmeno un ritorno nel Movimento. “Vedremo”, ha risposto interpellato nel merito. Era stato espulso dai 5stelle per i mancati rimborsi. “Il mio appoggio al governo sarà su tutti i temi che riterrò opportuni”, aggiunge.

Carriera politica – Il nome del senatore era fino a ieri poco conosciuto, ora spopola sul web e sui giornali. Ma non è la prima volta che il politico pugliese ha fatto parlare di sé. Nato a Bari il 2 febbraio 1972, il suo vero nome è Alfonso Ciampolillo, ma da tutti è chiamato Lello. Ex impiegato, prima di essere eletto in Parlamento Ciampolillo aveva già provato a entrare in politica. Nel 2009 si candidò a sindaco per la sua Bari, ottenendo tuttavia solo 767 voti. E’ stato eletto in Puglia tra le fila del Movimento 5 Stelle, per la prima volta nel 2013, poi riconfermato nel 2018. Dal 21 giugno 2018 fa parte della terza Commissione permanente (Affari esteri, emigrazione) e dal 31 ottobre 2018 è anche nella Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Il 31 gennaio 2020 viene espulso dal partito al termine dell’istruttoria sui mancati rimborsi.

Xylella e il sapone – Dopo l’elezione in Senato, tuttavia, aveva già fatto parlare di sé: nel dicembre 2018 aveva annunciato di aver designato come propria residenza parlamentare un terreno in provincia di Brindisi per evitare in tutti i modi l’abbattimento di un albero di ulivo infetto da Xylella che sorgeva proprio lì. Nonostante la sua battaglia, l’albero venne comunque abbattuto nel giro di un mese.

Teorie no vax e il no alle mascherine – Il senatore, inoltre, da sempre si è schierato a favore della legalizzazione della cannabis. Ed è arrivato addirittura ad avanzare la proposta, senza alcun fondamento scientifico, di usare prodotti derivanti dal fiore della cannabis per contrastare il coronavirus. No vax convinto, strizza l’occhio ai negazionisti. In un post su Facebook scrive: “Le mascherine servono solo a fermare l’influenza, non il Covid. Ma non vi sentite presi in giro?”.

Il voto in soccorso a Conte – L’ultima impresa, però, è quella di ieri a Palazzo Madama: il suo voto di fiducia al presidente del Consiglio Giuseppe Conte è arrivato all’ultimo minuto, insieme a quello del senatore Nencini. Non ha risposto alla doppia chiamata della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che inizialmente non stava conteggiando il suo voto. Si è dunque fatto ricorso alle registrazioni di Palazzo Madama per verificare la validità del suo voto e infine è stata data ragione a lui e al suo voto, che ha portato Conte alla soglia dei 156 voti.

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